Monthly Archives: Marzo 2017

La Settimana Santa

Dal Sussidio Liturgico della CEI – 2017
Dopo l’attesa silenziosa la Chiesa si appresta a vivere la veglia pasquale, madre di tutte le veglie cristiane. In questa notte tutto ciò che sembrava sconfitto dalla potenza del male rinasce per la potenza di Cristo risorto: «Il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti. Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace» (preconio pasquale, Messale Romano, p. 167).
È davvero la gioia del Vangelo che permea questa notte e questo tempo, la gioia di una Buona Notizia poiché «coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento» (Francesco, Evangelii gaudium, 1).
Celebrare nella verità e nella bellezza questa Veglia significa rispettarne la struttura rituale e i ritmi, pur nel debito adattamento alla reale assemblea che viene a formarsi.
In particolare:
Si celebri veramente di notte: la notte stessa, vinta dalla luce del Signore risorto, è il primo simbolo che parla efficacemente all’uomo immerso nelle tante notti esistenziali e in ricerca della vera luce.
I grandi simboli e i linguaggi impiegati possano veramente “parlare” evitando ogni riduzione minimalistica e pratica: il fuoco e il cero pasquale, il preconio pasquale in canto, le letture bibliche nella loro ampiezza e il canto dei salmi, l’acqua battesimale o lustrale, il pane e il vino per la liturgia eucaristica.
Si ricorra ad un numero sufficiente e preparato di ministri per il servizio liturgico, la lettura della Parola di Dio, la distribuzione della comunione eucaristica, il canto e la musica, la predisposizione di tutto ciò che è necessario.
Non si trascuri, seppure breve, una sapiente omelia che raccordi i riti al vissuto della comunità aiutando i fedeli a gustare la gioia della risurrezione che invade e rinnova tutta la vita.

Con la Veglia si entra nel terzo giorno del Triduo, dove la Chiesa, stupita e lieta, intesse il dialogo con Maria di Magdala: «Dic nobis, Maria, quid vidisti in via?».
Ciò che Maria ha visto al mattino del primo giorno della settimana “ritorna” nella celebrazione della Chiesa, e in particolare, nella celebrazione eucaristica domenicale.
Pertanto, anche le Messe del giorno di Pasqua siano celebrate con la dovuta solennità, nel canto e con l’impiego dei vari ministeri. Il canto non sia affidato soltanto al coro, ma si instauri un dialogo tra coro e assemblea. Se possibile si canti la sequenza Victimae paschali, obbligatoria in questo giorno.
In questa e in ciascuna delle altre domeniche del tempo pasquale si dia inizio alla celebrazione eucaristica con il rito per l’aspersione dell’acqua benedetta nella Veglia a memoria della prima Pasqua dei credenti nel Battesimo (cfr. Messale Romano, pp. 1034-1036). Si faccia in modo che il rito non indulga a significati penitenziali (soprattutto nel canto che accompagna l’aspersione) e che sia autentico: colui che presiede passi in mezzo ai fedeli per aspergerli in modo che l’acqua effettivamente intercetti i corpi. La novità di grazia, così, passa attraverso un corpo segnato dall’acqua battesimale.
La professione di fede in queste domeniche può essere compiuta con il testo del Simbolo apostolico, antica formula battesimale che, in modo conciso, richiama il tesoro di fede della Chiesa.

PROGRAMMA DELLA SETTIMANA SANTA

Il Vescovo informa

Domenica 26 marzo la Cattedrale si è riempita dei ragazzi della cresima con i loro genitori e catechisti. È stata un’esperienza straordinaria. I giovani hanno preparato molto bene canti, filmati, testimonianze. I ragazzi hanno seguito con attenzione tutto, compresa la Santa Messa che ha concluso l’incontro.
Mentre ringraziamo chi ha preparato, propongo che l’esperienza si ripeta ogni anno. Anzi, qualcuno mi ha suggerito che una cosa del genere potrebbe essere fatta per i fidanzati e le famiglie. Pensiamoci.

Nella Domenica delle Palme (9 aprile) si celebra la 32ª Giornata mondiale della Gioventù. Più avanti troverete il testo del messaggio del Papa. L’équipe del Servizio diocesano della pastorale dei giovani provvederà a richiamarlo anche nel Pellegrinaggio diocesano (dopo Pasqua a Orvieto).
La Domenica delle Palme, come da tradizione, celebrerò in Ospedale e poi visiterò tutti i malati portando loro la palma benedetta.

La Settimana Santa, specialmente il Triduo pasquale, è il centro dell’anno liturgico.
Esorto il clero e tutte le persone impegnate nella pastorale a preparare nel modo migliore le celebrazioni liturgiche, le catechesi, la carità. All’interno di questo Foglio troverete un piccolo sussidio liturgico preparato dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Tanti, anche quelli che di solito non frequentano, avvertono in qualche modo l’importanza della Pasqua. Il Signore vuol servirsi anche di noi per far giungere a tutti la sua Pace. Chiedo ai sacerdoti una particolare disponibilità per le confessioni.
Sottolineo l’importanza della partecipazione alla Messa Crismale (giovedì 13 aprile, ore 10:30). Ringraziamo Gesù per il dono dei sacramenti (significati negli oli), specialmente del sacerdozio e dell’eucaristia. È il momento in cui il clero rinnova le promesse di vivere il ministero come Gesù desidera. Preghiamo per i nostri sacerdoti e diaconi, per nuove vocazioni.
Le offerte raccolte saranno destinate per i Centri di ascolto, mentre le offerte della Domenica delle Palme saranno devolute, unitamente a quelle delle altre diocesi umbre, al Progetto di restauro della casa per persone con disabilità distrutta dal terremoto di Norcia.
Sarebbe anche importante se ci fossero i catechisti con i ragazzi della Cresima, dopo aver loro spiegato il significato della celebrazione.
Il clero è invitato subito dopo all’agape fraterna in seminario: è un bel momento di fraternità.
Invito a portare le offerte per la Caritas diocesana che sta facendo un grande servizio.
Giovedì Santo alle 15:15 alla Muzi Betti, come negli anni passati, celebrerò la Messa con il rito della lavanda dei piedi. Chi volesse partecipare fa cosa buona.
Alle ore 18:30 celebrerò in Cattedrale la Messa “in Coena Domini”.

Il Giovedì Santo è il giorno adatto per ricordare la nostra ordinazione sacerdotale. In modo particolare ringraziamo il Signore per il prossimo 55º di Don Pietro Bartolini e Don Giuseppe Forlucci, il 50° di Don Vinicio Zambri e don Olimpio Cangi, 35° di Don Livio Tacchini, 20° di Don Samuele Biondini, 15° di Don Adrian Barsan e 10º anno di sacerdozio di Don Paolo Bruschi.

Il venerdì Santo è giorno di digiuno e di astinenza. Come ormai da due anni, faremo la processione cittadina, preceduta dalla Liturgia della Parola alle 20.30 in Santa Maria Maggiore e seguita, in Cattedrale, dall’adorazione della Croce e la Comunione. È un momento in cui tutta la Città è coinvolta e mostra grande attenzione. Viviamola e facciamola vivere con lo spirito giusto.
Venerdì santo è obbligatoria la Colletta per la Terra Santa, in segno di comunione concreta con la Chiesa madre, oggi particolarmente bisognosa. Preghiamo per la pace in Medio Oriente.

Prepariamo nel modo migliore possibile la celebrazione della Veglia pasquale e della domenica di Pasqua perché la grazia del Signore risorto rinnovi profondamente la nostra vita.

Molti giovani hanno dato già l’adesione al Pellegrinaggio diocesano a Orvieto (17-18-19 aprile), ormai alla 24ª edizione. È una tre-giorni di grande rilevanza dal punto di vista della fede, della preghiera, dell’amicizia, del vivere insieme la gioia cristiana. Ringrazio quanti si impegnano ad organizzare e invito a far partecipare tanti giovani (nel Foglio le informazioni).

Il 23 aprile, seconda Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, inizia la Visita pastorale.
Comincerò con la parrocchia di San Giustino. Il programma dettagliato lo troverete più avanti. Chiedo la preghiera di tutti perché la Visita possa confermare nella fede e nell’amore la comunità cristiana, e possa anche raggiungere le persone che ancora non conoscono il Vangelo di Cristo o l’hanno messo da parte. Seguendo l’esempio di Papa Francesco, voglio essere particolarmente vicino agli ultimi, ai poveri, a quelli che vivono nella sofferenza.
La Domenica della misericordia, voluta e istituita da San Giovanni Paolo II, ci aiuta a vivere la Pasqua e la Visita pastorale nel segno della misericordia che spinge alla conversione e fonda la speranza della vita buona secondo il Vangelo.

Mercoledì 5 aprile alle 21:00, nella Salone Gotico (Museo del Duomo), ci sarà un incontro sul tema: “Etica ed Economia. Rapporto impossibile?” con l’imprenditore Brunello Cucinelli. Invito a partecipare.

Chiedo di sensibilizzare le persone nel destinare l’8×mille al sostentamento della Chiesa, dei sacerdoti e delle opere di carità. Abbiamo bisogno di questo sostegno economico per continuare il nostro servizio pastorale e caritativo (nel numero di marzo del Foglio trovate la modalità).

L’olio della lampada, incontri per Sposi e Fidanzati

L’Ufficio Pastorale Familiare organizza una serie di incontri per Sposi e Fidanzati: “l’olio della lampada”.

Il nome
Il nome è tratto dalla famosa parabola evangelica delle ragazze sagge e delle ragazze stolte, cui verrà fatto sempre riferimento all’inizio dell’incontro. Erano ragazze chiamate ad illuminare e poi a partecipare al corteo di nozze, festa dell’Amore. Ma alcune sciocche non hanno pensato di prendere, insieme alla lampada, un’adeguata scorta di olio. La loro lampada si spense presto ed esse non poterono entrare alla festa. Sembra un insegnamento scontato, ma se lo leggiamo in chiave di vita matrimoniale, ci accorgiamo di quanto sia attuale. L’olio che va sempre alimentato è l’Amore. L’ingenuità di quelle ragazze trova un riscontro in quanti pensano che la lampada del proprio amore e della propria famiglia non abbia bisogno di essere continuamente alimentata, che le straordinarie emozioni e la passione che caratterizzano la fase dell’innamoramento ci saranno magicamente sempre. Esse invece col tempo svaniscono, lasciando il posto all’Amore vero, la “festa” di cui parla la parabola, ma solo se non lodiamo per scontato, impegnandoci ad “acquistare l’olio”. Il problema non sta nel cambiare lampada, ma nell’alimentarla, e la lampada dell’Amore non sta accesa “gratis”.

A chi si rivolge
Ai fidanzati ed agli sposi che intendono prendersi (o ri-prendersi) cura della propria vita di coppia e di famiglia, alimentando responsabilmente la propria lampada. Ogni coppia può scegliere se e quando partecipare in base alle proprie esigenze e
all’argomento sul quale sente più il bisogno di lavorare, creandosi un percorso personalizzato e specifico.

Come/Quando
Il primo venerdì di ogni mese viene affrontato un tema diverso che riguarda la vocazione specifica della coppia (vedi calendario). Lo stile non è quello tipico della conferenza e non c’è un relatore, ma viene seguito il metodo messo a punto  dalla Comunità di Caresto (Eremo per famiglie sito a Sant’Angelo in Vado), avvalendosi di alcuni tra i numerosi testi nati dall’ esperienza ormai trentennale di questa realtà. Questo metodo, oltre ad un momento di raccoglimento iniziale e finale, prevede:

La lettura della scheda, contenuta in uno dei suddetti testi, che sarà brevemente
commentata e che sviluppa l’argomento su cui si lavorerà in coppia, fornendo riferimenti biblici, spunti di riflessione concreti e provocazioni.

Il lavoro di coppia come momento centrale: si tratta di un vero e proprio laboratorio perché la coppia è chiamata a “lavorare” su se stessa, è un esercizio, un allenamento spirituale, grazie al quale cerca di migliorarsi e fortificarsi.

La condivisione finale, la messa in comune semplice e libera delle esperienze e/o del frutto delle proprie riflessioni così che possa essere nutrimento e crescita anche per altre coppie.

Dove
In un luogo accogliente e ricco di storia, come il complesso di “San Michele Arcangelo”, dove la coppia può dedicarsi un tempo speciale, confrontarsi e dialogare con serenità e profondità.
CALENDARIO
7 aprile 2017              Cantico dei Cantici
5 maggio 2017           Decisioni di coppie e conflitto
9 giugno 2017            La chiesa domestica (se possibile ritiro)
6 ottobre 2017           Il dialogo
3 novembre 2017      Le diversità nella coppia
1 dicembre 2017        Il perdono

Per informazioni contattare Giovanni ed Elisa Rubechi: tel. 3351015874 – 3203745213

Primo incontro diocesano per tutti i Cresimandi

Sailing with the Spirit (Naviga con lo spirito) è stato il titolo dato alla prima giornata organizzata in diocesi dall’ Ufficio Evangelizzazione e Catechesi e rivolta a tutti i ragazzi che quest’anno riceveranno la Cresima. L’evento ha visto la partecipazione di moltissimi giovani accompagnati dai genitori e provenienti da tutte le parrocchie che hanno riempito l’intera Cattedrale.
La prima parte dell’incontro è stata di festa e animazione. E’ stato proposto, infatti, un video con delle interviste fatte a persone della nostra diocesi che hanno ricevuto il sacramento della cresima. In questa intervista ad ogni persona sono state rivolte tre domande: “Quando hai fatto la Cresima?”, “Quale dono dello Spirito ha lasciato maggiormente un’impronta nella tua vita?”, “Chi sei oggi?”. Hanno risposto sia giovani animatori, sia anziani, sia persone impegnate in attività di volontariato, sia sacerdoti, sia il nostro Vescovo. Bellissima la testimonianza di un signore centenario che ha ricordato la sua cresima fatta da Don Carlo o come lui ricordava da quel vescovo “detto anche don Carlone”: era il Beato Liviero. Questa testimonianza ha reso presente il ricordo dell’ amato pastore della nostra diocesi ora beato.
Al Video è seguito l’intervento del nostro Vescovo Domenico che si è rivolto a tutti i ragazzi ed ai loro genitori riportando la storia dell’elezione del re Davide. Tra tutti i fratelli, Dio ha scelto non il più grande e il più forte ma il più piccolo perché Dio “non guarda l’esteriorità, ma guarda il cuore”.
Importante è stata la collaborazione, per la realizzazione dell’evento, dell’Ufficio di Pastorale Giovanile che, oltre ad aver curato l’animazione della giornata con il proprio gruppo musicale, ha offerto ai cresimandi anche un invito attraverso una scenetta utilizzando una barca realizzata per questa occasione e posta davanti al presbiterio.
Il messaggio che hanno voluto trasmettere è che solo scegliendo Gesù è possibile riuscire ad alzare la Vela per poter navigare nel mare. La superficialità, l’indifferenza e l’attenzione solo per le cose futili non sono una buona fune capace di alzare la vela perché appena viene tesa e tirata si spezza. Solo Gesù è la fune forte e resistente che ci unisce in modo sicuro agli altri, nella barca che è la Chiesa.
E’ poi seguita la celebrazione della Messa. Durante la lettura del Vangelo, la scena narrata del cieco nato è stata anche rappresentata sottolineando così ai ragazzi i momenti salienti del racconto. Nell’omelia il Vescovo si è soffermato su questo brano ed ha sottolineato che la Cresima non è la fine del catechismo ma un nuovo inizio perché la formazione dura fino al momento del nostro finale incontro con il Signore.
A conclusione della Messa è stata consegnata ai ragazzi una barchetta di carta con un cartoncino in cui era scritto il tema della giornata “Sailing with the Spirit”, naviga con lo Spirito che è stato poi anche un augurio rivolto a tutti i partecipanti.
Questa giornata è stata una bellissima esperienza di Chiesa non solo per tutti i partecipanti ma anche per tutte le persone che hanno contribuito a realizzarla. La presenza di molti sacerdoti e di catechisti che hanno accompagnato i ragazzi e le loro famiglie è stato veramente un grande segno.
Sia i Cresimandi che le loro famiglie hanno potuto gustare e vedere la bellezza di una esperienza diocesana.
Tutti siamo stati sotto uno stesso tetto, tutti ci siamo attaccati alla Vela che ci permette di navigare sicuri nel mare della vita. Lo Spirito Santo ha poi pensato al resto perché ha permesso a questa vela e quindi a questa giornata di prendere forma e di gonfiarsi facendoci gustare che essere Chiesa è meraviglioso.

“I sentieri dello spirito in Alta Valle del Tevere”, edizione record per le “Giornate FAI di Primavera”

Edizione record per le “Giornate FAI di Primavera”. In Altotevere registrate oltre 3 mila presenze “I sentieri dello spirito in Alta Valle del Tevere”: record di presenze per le Giornate FAI di Primavera a Città di Castello. 3000 ingressi all’ Eremo di Buonriposo, Pieve di Canoscio, Abbazia di Badia Petroia, Oratorio di San Crescentino, Abbazia di Badia Petroia ,sono stati i siti d’eccezione scelti per l’itinerario “I sentieri dello spirito in Alta Valle del Tevere”, sotto il patrocinio della Diocesi e del Comune di Città di Castello. Numeri in crescita che fanno dell’iniziativa del 2017 quella con il più alto numero di ingressi degli ultimi anni per il Gruppo FAI tifernate.Fra i visitatori anche la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, insieme all’assessore regionale Fernanda Cecchini, al vicesindaco di Città di Castello Michele Bettarelli e alla responsabile dell’ufficio FAI regionale dell’Umbria, Silvia Scopetta.
Un evento per vivere e condividere la grande ricchezza del patrimonio culturale del territorio grazie all’impegno degli “Apprendisti CiceronI” del Polo tecnico “Franchetti Salviani”, del Liceo statale “Plinio il Giovane” e dell’Istituto “Patrizi – Baldelli – Cavallotti” di Città di Castello, che hanno dato prova di grande maturità e preparazione. Il successo dell’evento è stato possibile anche grazie al lavoro e alla passione dei volontari del Gruppo FAI Città di Castello e alla disponibilità dei proprietari dei monumenti.
Solitamente chiuso al pubblico, l’Eremo di Buonriposo sorgesul luogo dove, secondo la tradizione, Francesco d’Assisi amava sostare nei suoi viaggi verso La Verna. Qui i visitatori hanno potuto ammirare il complesso monumentale che conserva la chiesa, la stanza di Francesco, il chiostro e le “Grotte del Diavolo” in cui si narra che il santo abbia avuto apparizioni demoniache. La Pieve romanica di Canoscio, in parte ripristinata nelle sue forme originarie all’inizio del Novecento, ha svelato al pubblico gli affreschi di varie epoche dal XIV al XX secolo. Notevole interesse ha suscitato l’Abbazia di Badia Petroia, risalente al X secolo. Parte della struttura si presenta oggi senza copertura e ciò le dona un fascino particolare: gli Apprendisti ciceroni, in collaborazione con i volontari della Pro loco,hanno illustrato come questo gioiello architettonico sia sopravvissuto a numerosi eventi sismici, e in particolare al terremoto del 1917 di cui ricorre il centenario. Anche gli spazi dell’antico convento, che oggi ospitano Villa Rossi e il suo ampio giardino, sono stati aperti in occasione delle giornate FAI. Infine ha fatto il pieno di visitatori l’Oratorio di San Crescentino a Morra,scrigno di tesori che custodisce il ciclo di affreschi attribuiti a Luca Signorelli e alla sua scuola.
Hanno collaborato alle Giornate FAI di Primavera a Città di Castello: Diocesi di Città di Castello; Parrocchia dei Santi Cosma e Damiano di Canoscio; Parrocchia di Santa Maria e San Egidio di Badia Petroia; Famiglia Rossi per l’Eremo di Buonriposo; Famiglia Rossi per il giardino di Badia Petroia; Pro loco Badia Petroia; Giuliano Guerri; dirigenti, docenti e studenti del Polo Tecnico “Franchetti Salviani”, del Liceo “Plinio il Giovane” e dell’istituto “Patrizi-Baldelli-Cavallotti”, associazione Radioamatori Italiani, Pro loco Badia Petroia.
Chi volesse avere maggiori informazioni ed essere informato sulle prossime iniziative, può consultare la pagina Facebook “Gruppo Fai Città di Castello” o contattare la mail gruppofaicastello@gmail.com.

Conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa Pasqua in Alto Tevere Umbro 2017

Martedì 4 aprile ore 11.30, presso il Salone Gotico Museo Diocesano di Città di Castello si svolgerà la Conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa Pasqua in Alto Tevere Umbro 2017 IV edizione alla presenza dei sindaci dei Comuni di Città di Castello, Citerna, San Giustino, Montone, Monte Santa Maria Tiberina e Umbertide.

PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE E VISITE GUIDATE

Insegnamento della religione cattolica, aggiornamento al Museo diocesano

L’Ufficio Scuola settore insegnamento della religione cattolica della Diocesi di Città di Castello ha programmato corsi di aggiornamento presso il Museo Diocesano tenuti da Catia Cecchetti. La struttura ospita dal 1993 un Laboratorio didattico permanente che rappresenta una grande risorsa culturale ed educativa a disposizione di tutti. Nella sua varietà e vivacità segue gli Orientamenti pastorali della CEI: Educare alla vita buona del Vangelo. “Nell’educare riconosciamo una sfida culturale e un segno dei tempi, ma prima ancora una dimensione costitutiva della nostra missione”. Le sue finalità principali sono: promuovere la conoscenza del patrimonio culturale ed ecclesiastico per tutte le età attraverso procedure didattiche di tipo attivo, ossia non semplicemente nozionistiche e l’attuazione di una ‘’Catechesi attraverso l’arte’’. Molto partecipate le lezioni con interventi da parte degli insegnanti per la comprensione della didattica come l’insieme delle metodologie e degli strumenti utilizzati dalle istituzioni museali e da quelle scolastiche per rendere accessibili ad un più vasto pubblico collezioni, raccolte, mostre e in genere ogni tipo di patrimonio culturale. Da anni la scuola rappresenta per i servizi educativi del Museo un’importante interlocutore con cui collaborare in stretta sinergia e occasione formativa che integra, ma non sostituisce l’attività svolta in classe.
I destinatari delle attività non sono solo gli alunni delle scuole ma tutti coloro che sono interessati a approfondire la conoscenza della storia locale acquisendo consapevolezza del contesto culturale storico e artistico nel quale vivono. Più specificamente: adulti, utenti dei centri estivi, i diversamente abili, le famiglie, le parrocchie. Molteplici gli obiettivi da raggiungere: sviluppare la capacità di ascoltare, comprendere e comunicare; imparare a lavorare e a cooperare con gli altri; comprendere il significato delle regole e rispettarle; conoscere e rispettare le diversità e il valore della convivenza e del dialogo; avvicinare gli utenti all’istituzione museale, facendo cogliere le peculiarità di un museo d’arte sacra. L’offerta didattico-educativa del Museo prevede: visita guidata alla collezione articolata su più livelli di approfondimento e volta a stimolare un approccio attivo e coinvolgente alle diverse tipologie di manufatto e alla loro contestualizzazione in ambito storico-artistico; didattica museale realizzata all’interno della struttura con laboratorio di approfondimento e didattica territoriale tenuta nel territorio diocesano con la realizzazione di percorsi che interessano la scoperta del patrimonio ecclesiastico.
L’offerta formativa del Museo è flessibile e diversamente modulata in base all’utenza, basata sulla centralità del concetto di ‘’esperienza’’, di ‘’educazione attiva’’. L’intento finale è quello di fornire un modello di dialogo quanto più esaustivo possibile, con il patrimonio culturale e le sue ricchezze storico-artistiche ed ecclesiastiche.
Il laboratorio intende orientare al meglio tutti coloro che sono interessati alla scoperta o ri-scoperta del ricco patrimonio ecclesiastico del nostro territorio alla luce della Fede e nella sua moderna concezione si pone come fattore propulsore della crescita etico-culturale della società nel suo insieme.

La guerra in un sorriso! Donare gioia ai bambini sotto le bombe

Giovedì 16 marzo alle ore 21.00 presso la Chiesa della Madonna del Latte  di Città di Castello si terrà l’incontro dal titolo “La guerra in un sorriso!” Donare gioia ai bambini sotto le bombe a Gaza o nelle martoriate Baghdad e Aleppo, con Marco Rodari in arte “il Pimpa”,clown da anni impegnato nelle zone di guerra per riportare un sorriso a tutti i bambini.
Interverrà Don Mario Cornioli, Presidente dell’ Associazione Habibi (http://www.associazionehabibi.org/).

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Pastorale della Carità Relazione del Card. Francesco Montenegro

Mi piace iniziare con le parole di Agostino: “Quale volto ha l’amore? Quale forma, quale statura, quali piedi, quali mani? Nessuno lo può dire. Tuttavia l’amore ha piedi che lo conducono alla Chiesa, ha mani che donano ai poveri, ha occhi con i quali si scopre chi è nella necessità, ha orec-chi riguardo ai quali il Signore dice: chi ha orecchi per intendere intenda”.
E anche: “Da tutte le pagine divine, non si sprigiona altro che la carità… Chi vuol parlare della carità, non ha bisogno di scegliere la pagina da leggere: ogni pagina ne risuona”.

* A Puebla è stato detto che la pastorale è “la risposta specifica, cosciente e meditata alle necessità dell’evangelizza-zione” (1307). Essa è il prolungamento di Gesù che dà la vita per noi: “Il Buon Pastore offre la vita per le pecore” (Gv 10,11). Ecco perché non nasce da un’esigenza strategica, né è funzionale alla sua efficacia.
Nonostante sia indispensabile l’unità dei tre ambiti – an-nuncio, liturgia, carità –potrebbe sembrare una contraddizione parlare solo di pastorale della carità ma, secondo me, non lo è perché la Parola e i sacramenti tendono, di natura loro, alla carità. Il prodotto finale dell’annuncio e della liturgia, infatti, è la trasformazione della comunità cristiana in una comunità di fratelli capaci di dare se stessi agli altri, come Gesù.
Parlare di carità, poi, non è parlare di singole azioni caritative: tant’è vero che, avverte S. Paolo, si potrebbero “distribuire tutte le sostanze” senza avere carità. Follereau diceva: “L’ elemosina è l’osso gettato al cane”.
È grande il rischio di un falso in bilancio, cioè di sentirsi a posto sebbene tante manifestazioni di fede e tante preghiere non intacchino la vita dei credenti.
* La posizione degli operatori pastorali non è facile. La mi-seria dilaga, mentre i ricchi, in poche ore, consumano quanto un lavoratore guadagna mensilmente. Siamo soddisfatti di vedere chele nostre chiese in certe occasioni si riempiono, eppure, preoccupati, vediamo crescere il languire della pietà, della giustizia, dell’amore e della solidarietà. Noi parliamo d’amore ma ciò che conta è l’avere che prevale sull’essere, la persona vale per ciò che possiede, ai figli che chiedono amore si danno cose. Così, senza rendercene conto, si è arrivati al punto che opprimere diventa norma per chi detiene il potere, si uccide in nome di Dio, è possibile la schiavitù, il genocidio di popoli è ormai un sistema difensivo, due terzi della popolazione mondiale è affamata, si fanno campagne promozionali per aiutare i bambini poveri ma poi si va in quelle terre a fare turismo sessuale.
Davanti a tale realtà noi, quasi a difesa, affermiamo che nelle nostre comunità l’esercizio della carità è diffuso. È vero, tuttavia non possiamo non chiederci come mai, nono-stante tanta carità, questa non caratterizzi la vita ordinaria delle comunità. Queste si distinguono e sono cercate per tanti motivi ma non per la carità. Mentre nella prima chiesa i cristiani erano riconoscibili perché si volevano bene. Ciò avviene perché spesso la vita di fede e di carità scorrono parallele, se non addirittura divergenti. Da una parte c’è la vita liturgica che scandisce, qualche volta stancamente, i ritmi della parrocchia facendo, bene o male, da riferimento all’attività catechistica (prevalentemente destinata ai fanciulli), dall’altra c’è la vita di carità che si concretizza in iniziative che non sempre si alimentano alla vita di fede della comunità né riescono ad alimentarla. In questo modo la liturgia e la catechesi rischiano di girare a vuoto e la carità di inaridire.
Pensiamo alla collocazione della parabola del samaritano. Il racconto è come un prezioso quadro collocato in un’altrettanta preziosa cornice. Prima della parabola c’è la preghiera di lode e ringraziamento di Gesù al Padre perché ha manifestato le cose del Regno ai “piccoli” (Lc 10,21) seguita dalla proclamazione del comandamento: “Amerai ….” (10,27),dopo c’è il racconto della parabola seguito dall’episodio di Marta e di Maria (contemplattivi?!) e dal “Padre nostro” e l’invito a perseverare nella preghiera (11, 1-13).
È un invito a farsi prossimi al Padre e agli altri. Ma senza giocare alle parole incrociate: vale più il verticale o l’orizzontale? L’amore per l’uomo è strettamente unito all’amore per il Padre; il versare l’olio e il vino sulle ferite è la debita conclusione dell’ascolto della Parola e della recita del “Padre nostro”.
Gesù, inserendosi nella tradizione profetica, denuncia come senza senso l’onorare Dio senza le opere di giustizia: “Questo mio popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini“(Mc 7,1-13). Il culto senza la carità è blasfemo.
* Se si vuole che le nostre comunità vivano l’esperienza della carità, occorre ripensare a fondo al rapporto tra fede e carità. Se fede e carità restano separate, la comunità rischiala paralisi. Un corpo con una gamba più piccola dell’altra non cammina bene. La fede staccata dalla carità diventa dottrina astratta, preoccupata per di più di difendere la verità anche a scapito dell’attenzione alle persone (il Papa ci avverte continuamente a non cadere in un simile errore).
Per recuperare un giusto rapporto tra fede e carità non possiamo non rifarci all’evangelizzazione. La Chiesa evangelizza quando annuncia il regno di Dio ma nello stesso tempo lo edifica. Nel regno inaugurato da Gesù è centrale il comandamento Ama il Signore Dio tuo e ama il prossimo tuo” (Lc 10,27).
* Evangelizzare è raccontare a tutti l’amore di Dio. In Evangeli i Nuntiandi (21) è scritto: “L’evangelizzazione avviene mediante testimoni. La testimonianza è una proclamazione silenziosa, ma molto forte ed efficace della buona novella”.
La Chiesa c’è per evangelizzare, ma c’è anche per amare. Anzi essa stessa è carità, come afferma S. Ignazio. Senza carità, perciò, non c’è chiesa.
L’evangelizzazione è il primo grande segno di carità e la carità è il cuore dell’evangelizzazione. È scritto in “La Chiesa in Italia dopo Loreto”: “La missione della Chiesa ha una sola origine, un solo contenuto, un unico fine: la proclamazione del Vangelo. E ha una sola anima: la Carità” (51).
La carità è la carta costituzionale della Chiesa.
Penso di non sbagliare se affermo (mi faccio forte delle parole e dei gesti di Papa Francesco) che il salto che la Chiesa è chiamata a fare non è tanto o solo l’aggiornamento catechetico, né il migliorare delle celebrazioni (linguaggio e segni), ma che la carità siala “via privilegiata per l’evangelizzazione” (ETC 9-10). La carità non è un’appendice graziosa per abbellire l’abito della Chiesa, ma è l’abito stesso.
* Questo significa che, per es., la catechesi deve senz’altro essere fedele alla parola di Dio ma deve anche agganciarsi alle vita di ogni giorno, considerandola come “parola vissuta”, voce, cioè, dello Spirito da ascoltare. L’Eucaristia è la carità di Cristo che ci plasma. Una domanda: non è diversa la preghiera fatta in Chiesa (spesso ovattata e stanca) da quella fatta lungo la strada, arricchita di volti, di sofferenza, di dolore e di gioia. L’Abbè Pierre a ragione diceva di lasciare rotto un vetro nelle chiese per permettere ai rumori esterni di entrarvi.
Anche la carità deve cercare il giusto rapporto con la fede. Chi lavora a servizio dei fratelli deve confrontare il suo sguardo e il suo cuore con la parola di Dio. La catechesi non annuncia il mistero di Dio amore, che ama gli uomini e vuole che si amino fra loro? L’Eucaristia e i sacramenti non sono i segni concreti dell’amore di Dio per gli uomini? La testimonianza (carità che si vede, si sente e si tocca) non è il risultato della Parola e dell’Eucaristia?
È stato detto che l’amore è l’unico luogo dove Dio è libero di essere Dio. In Evangelizzazione e testimonianza della carità è scritto che i pani della parola di Dio, della carità e dell’Eucaristia non sono tre pani diversi, ma l’unico Gesù che in vari modi si dona agli uomini. Per questo ogni scollegamento fra parola, sacramento e testimonianza rischia di deturpare il volto di Cristo.Non penso di sbagliare nell’affermare che il criterio per va-lutare l’autenticità della catechesi e della liturgia è la crescita della comunione e della carità in ciascuno e nella comunità.
“La Chiesa non si organizza, ma si genera, e solo l’amore genera” (Del Monte).La Chiesa c’è per servire. Una chiesa che non serve, non serve a niente. Nella parrocchia la Chiesa si mette alla ricerca dell’uomo per fargli dono dell’incarnazione. Il cristiano ha la residenza nel tempio e il domicilio nelle strade. L’amore per l’uomo è il credo della Chiesa. Essa se è“spettacolo di comunione e di servizio” (Bello) non può avere paura del nuovo. Mons. Bello diceva che non si possono più desiderare le cipolle d’Egitto e che “non possiamo continuare a impastare paglia e argilla sulle sponde del Nilo, nelle nostre minuscole aziende a conduzione privata: le parrocchie. Bisogna passare il Mar Rosso”.
* Qualcuno potrebbe chiedermi: ma chi sono effettivamente i poveri da amare?
Il povero, sacramento scomodo di Cristo, “è un fratello in difficoltà che mette in difficoltà perché costituisce un caso inedito, non programmato, che disturba l’ordinario modo di venire incontro al prossimo, che ci obbliga a scelte alle quali non eravamo preparati e mette a nudo la nostra poca, dimezzata disponibilità, che andava bene fino ad un certo punto ma che poi si scopre indagata” (Martini) .
È povero chi manca di un bene necessario alla vita (pane, vestito, casa, lavoro, etc.), chi manca di un bene necessario per la vita (salute fisica o psichica, igiene, dignità umana, etc.) e chi manca di un bene necessario della vita (affetto, amicizia, libertà, fiducia, gioia, pace, etc.)
Il dossier Oxfam (gennaio 2017) afferma che sono le multi-nazionali e i super ricchi ad alimentare la disuguaglianza eludendo il fisco, preoccupati solo dei propri profitti a scapito dei salari dei lavoratori e usando il loro potere per influenzare la politica. Secondo il direttore di Oxfam Italia “è osceno che così tanta ricchezza sia nelle mani di una manciata di uomini e che una persona su dieci sopravvive con meno di 2 dollari al giorno”. 8 miliardari possiedono le stesse risorse della metà della popolazione più povera del mondo.
Da 4 anni il Forum Economico Mondiale afferma che l’instabilità politica è causata dalla crescente disuguaglianza economica. Eppure il divario tra i ricchi e il resto dell’umanità va allargandosi. I poveri aumentano e i ricchi diventano più ricchi. Negli ultimi due anni 10 grandi multinazionali hanno realizzato profitti superiori alle casse di 180 Paesi. Tra il 1988 e il 2011 il reddito medio del 10% più povero è aumentato di 65 dollari, meno di 3 dollari l’anno, mentre quello dell’ 1% più ricco di 11.800 dollari, vale a dire 182 volte tanto. Una statistica afferma che 1 americano mangia quanto 3 italiani e tre italiani mangiano quanto 1000 africani; perciò in questo mondo 1 mangia quanto 1000.
* “Ogni cent’anni Gesù di Nazareth incontra il Gesù dei cristiani tra le alture del Libano. E conversano a lungo; e ogni volta Gesù di Nazareth si congeda dicendo al Gesù dei cristiani ‘Amico mio, temo che non andremo mai, mai d ‘accordo!” (Kahlil Gibran).
“La sfida grande della Chiesa oggi è diventare Madre: Madre, non una Ong ben organizzata! Se la Chiesa non è Madre, è brutto dire che diventa una zitella, ma diventa una zitella! Non è feconda. … La sua identità è fare figli! cioè evangelizzare… Per questo la Chiesa deve fare qualcosa, de-ve cambiare, deve convertirsi, per diventare Madre deve essere feconda” (Papa Francesco). Convertirsi significa cambiare vita, cambiare metodo, cambiare tante cose, ma anche cambiare l’anima.
La Chiesa deve scandalizzare con i segni della carità. È peccato, dice Mons. Romero, “lasciare gli uomini nella loro miseria”. E P. Turoldo afferma che “una religione che non si ferma davanti all’uomo è una religione inutile” (Turoldo).
Se chiediamo alla Chiesa: Chi sei? Essa risponde: sono mi-stero di comunione (LG). Cosa fai? Sono a servizio del mondo (GS). Dove vai? In missione nel mondo (AG).
La bontà della nostra pastorale sarà evidente se si dirà di noi quanto il Time ha scritto di Giovanni Paolo II: “Le sue idee sono diverse da quelle della maggior parte dei mortali. Sono più grandi”.
Sono significative le parole di Mazzolari: “Chi ha molto cuore vede molti poveri, chi ne ha poco ne vede pochi, chi non ne ha non vede poveri”.
* Chiudo con le parole di Papa Francesco: “Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le mise-rie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto […]. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo”.

IL VESCOVO INFORMA

L’itinerario quaresimale, scandito dalle cinque domeniche, è il percorso liturgico che la Chiesa ci offre per prepararci alla Pasqua. Valorizziamo a pieno questo tempo forte della Quaresima anche con le celebrazioni della Parola e della Riconciliazione, le catechesi, le opere di carità, la via crucis e altro ancora: possono essere preziosi momenti di grazia per la crescita spirituale di ciascuno di noi e delle nostre comunità.

Visto che si è riscontrato un buon ascolto, continuerò a proporre, attraverso TTV e TRG, la lectio di Quaresima: “La Parola per te. Verso la Pasqua 2017”. Ecco gli orari: TTV: giovedì (ore: 19.00 e 21.45); venerdì (ore: 00.35; 09.30; 11.35; 14.20; 17.30; 23.05); sabato (ore: 12.30; 15.20; 18.00); domenica (ore: 08.00; 10.10; 18.30); lunedì (ore 10.30); martedì (ore: 09.00).

Presiederò le stazioni quaresimali nelle domeniche di Quaresima in cattedrale e in alcune parrocchie della Diocesi, secondo il calendario concordato con i parroci e pubblicato nell’agenda.

Parteciperò alla Via Crucis nel chiostro delle suore cappuccine di Santa Veronica. Sarò a disposizione per celebrazioni particolari: liturgie penitenziali, missioni, catechesi….

Incoraggio l’impegno pastorale della benedizione delle famiglie (“l’acqua santa”). Sono convinto che ne valga la pena. È un’occasione semplice che può diventare un momento di preghiera, di conoscenza, di avvicinamento alle famiglie e a tutte le persone, con particolare attenzione a coloro che soffrono. È già disponibile il libretto da portare nelle case: “Il Signore vi dia Pace”. Chi lo ha ordinato, lo riceverà direttamente dal Signor Vincenzo Alberattidi Perugia. Chi ne volesse altre copie, potrà trovarle in Libreria Sacro Cuore (prezzo € 0,50). Il libretto edito da La Voce, si compone di due parti: la prima è un mio saluto con riferimento alla Pasqua e alla Visita pastorale spiegata in modo semplice; la seconda è un commento all’Inno della carità di San Paolo, con le parole del Papa nell’Amorislaetitia. Mi sembra un valido aiuto per incoraggiare a partecipare alla Visita pastorale ed anche per invogliare a leggere l’enciclica.

Raccomando a tutti, specialmente ai giovani, il sussidio “Verso la Pasqua” preparato dall’Ufficio per la Pastorale Giovanile regionale, disponibile in Libreria Sacro Cuore. Invito a prenotare i libretti per poter rendere fruibile questo servizio,contattando telefonicamente don Paolo Bruschi o donFilippo Milli.

Giovedì 2 marzo a San Domenico avrà luogo la Veglia dei giovani per l’inizio della Quaresima. Ci saranno opportune riflessioni, liturgia penitenziale con il rito delle ceneri e la parola del vescovo. I sacerdoti sono pregati di rendersi disponibili per le confessioni.

Ringraziamo di cuore il Signore per la meravigliosa esperienza che una trentina di sacerdoti e diaconi della nostra diocesi abbiamo fatto a Collevalenza nei giorni 12, 13, 14 febbraio. È stato un momento di grazia: le considerazioni proposte da Don Giovanni Zampa ci hanno aiutato a riflettere sulle nostre linee pastorali e sulla prossimaVisita Pastorale, in un clima di fraternità presbiterale.

Sabato 4 marzo dalle ore9:15 presso le suore Piccole Ancelle di Sacro Cuore ci sarà il ritiro spirituale per religiosi/e della Diocesi in preparazione alla Quaresima. Terminerà verso le 12:00. Chiedo la partecipazione delle persone consacrate e una particolare preghiera alle claustrali.

Domenica 5 marzo (vedi il manifesto più avanti) incontrerò le coppie (fidanzati e sposati) e quanti lo desiderano per riflettere sull’Amorislaetitia. È un momento formativo importante che fa seguito all’incontro con i fidanzati, alla festa della famiglia e a quello regionale ad Assisi del 18-19 marzo (vedi più avanti il programma).
Su quello che la nostra diocesi offre come servizio pastorale ai fidanzati, alle famiglie, ai divorziati troverete più avanti delle utiliconsiderazioni da parte dei responsabili della Pastorale familiare, del Consultorio e di Don Alberto Gildoni che assieme, a Don Franco Sgoluppi, ha partecipato al Corso di formazione per i parroci sul nuovo processo matrimoniale. Vi prego di leggerle con attenzione per poter aiutare direttamente gli interessati.

La Giornata internazionale della donna (8 marzo) ci aiuti a crescere nel rispetto e nella giusta considerazione del rapporto uomo-donna, nel superare ogni forma di violenza nei confronti delle donne, nel valorizzare ancor più il contributo femminile a livello ecclesiale. Con sentimenti di gratitudine particolare verso le mamme!

Mercoledì 15 marzo il clero è convocato per il ritiro spirituale in seminario (più avanti studieremo la possibilità di farlo altrove, anche cambiando la modalità). Interverrà padre Giulio Michelini che, dopo aver tenuto gli esercizi spirituali al Papa e ai suoi collaboratori, ci aiuterà a riflettere sul cammino personale e pastorale verso la Pasqua. Chiedo la partecipazione puntuale di tutti.

Il 24 marzo si celebra la Giornata di preghiera e di digiuno, in memoria dei missionari martiri. Il fatto che cada in Quaresima è un motivo in più per ricordare con gratitudine chi ha dato la vita per la fede, per sostenere chi oggi sta vivendo la persecuzione e per stimolare ancor più la nostra testimonianza evangelica laddove viviamo.

Domenica 26 marzo alle ore 17:15 incontro con grande gioia i cresimandi della diocesi con i loro genitori per vivere insieme un momento di festa e di preghiera. Seguirà la Santa Messa in Cattedrale alle ore 18:30. Sono sicuro che, con la forte collaborazione dei catechisti e delle catechiste, sarà una nuova, gioiosa, esperienza di fede. Aspetto tutti gli interessati prima in piazza Gabriotti e poi in Cattedrale.
LETTERA DEL VESCOVO AI CRESIMANDI

Faccio presente con soddisfazione la buona riuscita di alcune attività pastorali.
È notevole la partecipazione di coloro che esercitano un ministero o si stanno preparando a riceverlo, e di altri interessati, allaScuola diocesana di teologia. Ho visto molto interesse agli incontri sulla Parola di Dio e tanta disponibilità al servizio nella Chiesa.
Altrettanto significativi gli incontri nella Cappella dell’Ospedale con i medici, il personale infermieristico, i volontari e i malati. Ci sono due incontri al mese molto apprezzati. Più avanti l’incontri di questo mese.
Anche la Pastorale della Scuola, in sintonia con gli insegnanti di religione cattolica, sta mettendo a punto una serie di interessanti incontri a sostegno di quanti operano nel mondo della scuola.

Invito a far attenzione e a sensibilizzare le persone nel destinare l’8×mille al sostentamento della Chiesa, dei sacerdoti e alle opere di carità. Abbiamo bisogno di questo sostegno economico per continuare il nostro servizio pastorale e caritativo (si vedano più avanti le modalità).

Sollecito i parroci, che ancora non l’avessero fatto, a portare in economato la raccolta delle collette obbligatorie per la giornata dell’Infanzia e per la giornata Migrantes.
Ricordo anche l’obbligo di presentare in Economato i bilanci delle parrocchie nel tempo stabilito. È un dovere di trasparenza nella gestione del denaro della comunità!

Chiedo una preghiera particolare per don Vinicio Zambri che, dopo due mesi di ospedale, deve sottoporsi ad un nuovo intervento chirurgico. Il Signore voglia ridargli la salute per poter riprendere il suo ministero.