L’Ufficio scuola settore IRC della diocesi di Città di Castello ha organizzato un ciclo di tre incontri per riflettere sul grande tema della pace a partire dalle inquietudini della storia e dell’uomo di oggi.
Mentre salutiamo con affetto fraterno, vi ricordiamo che il 22 ottobre p.v. si svolgerà in tutte le Chiese del mondo la Colletta Obbligatoria dedicata alla 97^ GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE. Un impegno di tutti per quella FRATERNITA’ UNIVERSALE DEI CRISTIANI NEL MONDO, una solidarietà nei fatti, oltre che nella preghiera,
verso le Chiese più giovani e bisognose di sostegno e per assicurare un’equa distribuzione di aiuti alle Missioni.
Ci riuniremo il 2 OTTOBRE p.v. alle ore 21, presso la SALA S.STEFANOper ascoltare e mettere a frutto le nostre conoscenze e proposte per tale impegno missionario.
L’incontro, aperto a tutti, sarà anche l’occasione per ritirare il materiale di sensibilizzazione (rubriche, calendari, manifesti, ecc.). INSIEME PER FARE DI PIU’ E MEGLIO.
Una iniziativa che – nelle prossime settimane – coinvolgerà tutto il territorio della diocesi di Città di Castello. Il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha iniziato nei giorni scorsi una serie di assemblee con sacerdoti, diaconi e fedeli nelle varie unità pastorali del territorio diocesano. Nella prima settimana ha incontrato le comunità di San Giustino, di Lama, Selci e Citerna, e gli incontri continueranno nei prossimi mesi.
Si tratta di serate dedicate in particolare al dialogo con i parrocchiani per mettersi in ascolto dei bisogni e delle necessità di ciascuna realtà pastorale e per ragionare sulle prospettive di riorganizzazione delle stesse comunità parrocchiali sul territorio. Non si tratta di una visita pastorale, nel senso “canonico” del termine, ma di occasioni in stile sinodale per coinvolgere ciascuno nelle riflessioni che lo stesso Consiglio presbiterale tifernate ha ritenuto importanti da fare proprio con i fedeli.
Il vescovo Luciano presenta alla stampa il nuovo percorso pastorale
Il vescovo Luciano presenta alla stampa il nuovo percorso pastorale
Il vescovo Luciano incontra la comunità parrocchiale di Lama
Il vescovo Luciano incontra la comunità parrocchiale di Lama
Il vescovo Luciano incontra la comunità parrocchiale di Lama
Il vescovo Luciano incontra la comunità parrocchiale di Lama
Tutti corresponsabili della vita della Chiesa
L’iniziativa, a circa 15 mesi dall’inizio del ministero episcopale di mons. Paolucci Bedini nella diocesi tifernate, è stata illustrata stamattina proprio dal Vescovo e da don Francesco Mariucci, componente del Consiglio presbiterale diocesano e del Collegio dei consultori, oltre che responsabile dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali.
Nelle comunità parrocchiali e nelle unità pastorali della diocesi di Città di Castello, ha spiegato il vescovo Paolucci Bedini fin dai primi incontri dei giorni scorsi, c’è bisogno che tutti si sentano corresponsabili della vita della Chiesa ed è necessario ritrovare lo spirito missionario e di nuova evangelizzazione che caratterizzava l’esperienza dei primi apostoli e dei primi seguaci del cristianesimo. Ogni incontro viene introdotto dai parroci o dai sacerdoti moderatori delle stesse unità pastorali, che presentano al vescovo Luciano le loro comunità.
Un dialogo in stile sinodale
“Lo stile che ci siamo voluti dare – spiega mons. Paolucci Bedini – è quello legato al Cammino sinodale che ormai da due anni stiamo percorrendo come Chiesa italiana e diocesana, alla luce della Parola di Dio e in un clima di preghiera, per cui all’inizio c’è sempre una invocazione allo Spirito Santo. Tutti i fedeli – dal vescovo, ai sacerdoti e diaconi, a tutti i fedeli laici battezzati – si confrontano in un dialogo franco, fraterno e sincero sulle questioni che riguardano la vita della Chiesa. Non è un caso che, dopo l’invocazione dello Spirito Santo, io faccia una introduzione legata al testo degli Atti degli apostoli che racconta l’esperienza della prima Chiesa. Poi insieme si dialoga, a partire dalle sensibilità, dalle storie e anche dalle considerazioni che vengono dalle persone che vivono sul territorio”.
Rilanciare la presenza della Chiesa sul territorio
Terminata entro le festività natalizie la serie degli incontri pastorali, nel 2024 il vescovo Paolucci Bedini intende tirare le fila di questo percorso per valutare un progetto di riorganizzazione della presenza di sacerdoti e parrocchie nella comunità diocesana. Non si parla di tagli, accorpamenti o chiusure ma – al contrario – di un rilancio della presenza della Chiesa sul territorio, con modalità, linguaggi e organizzazione più adeguate ai tempi di oggi.
I giornalisti e le redazioni locali sono invitati a partecipare all’incontro con la stampa che mons. Luciano Paolucci Bedini, ha organizzato per la giornata di domani giovedì 28 settembre, alle ore 10, nella Sala Santo Stefano, al piano terra della Curia vescovile tifernate. Il Vescovo intende illustrare ai media le motivazioni e il programma di una serie di assemblee con sacerdoti, diaconi e fedeli iniziate proprio in questi giorni nelle varie unità pastorali del territorio diocesano. Si tratta di serate dedicate in particolare al dialogo con i parrocchiani per mettersi in ascolto dei bisogni e delle necessità di ciascuna realtà pastorale e per ragionare sulle prospettive di riorganizzazione delle stesse comunità parrocchiali. Per informazioni o per confermare la propria presenza è possibile contattare don Francesco Mariucci al cell. 3475483592, Daniele Morini al cell. 3356789939 o scrivere una mail a comunicazione@diocesidicastello.it.
iniziamo con il mese di settembre un nuovo anno pastorale e continuiamo insieme il Cammino sinodale che tutta la Chiesa italiana sta affrontando in vista di un profondo rinnovamento. Il tempo estivo caratterizzato dalle esperienze di formazione e di condivisione ha sicuramente seminato con abbondanza tanti germi di novità e di cura che non dobbiamo disperdere.
Penso alla entusiasmante avventura della Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona, che ci ha visto partecipi dell’invito di Papa Francesco ad essere protagonisti di una nuova visione del mondo e della storia, in cui accogliere l’amore immenso e gratuito di Dio per ciascuno di noi perché diventi l’unica norma della nostra esistenza solidale tra fratelli e sorelle con tutti gli uomini e le donne del mondo. Quello che gli occhi dei giovani hanno visto e i loro cuori sentito ha bisogno di riecheggiare nelle nostre testimonianze di adulti credenti e credibili perché risuoni ancora nelle loro vite e possa mettere radici per il futuro.
Penso anche alle esperienze estive tra famiglie, che disegnano i contorni auspicabili di ogni comunità cristiana chiamata ad essere famiglia di famiglie, perché abbiamo tanto bisogno di allargare le nostre tende e permettere a tanti fratelli e sorelle di sentirsi accolti dalla familiarità di Dio Trinità. Lavoriamo con impegno perché non rimangano episodi isolati, legati solamente al tempo delle vacanze e delle ferie, ma pongano le fondamenta di un nuovo modo di essere comunità.
Questi ultimi mesi hanno anche permesso ad alcuni di riscoprire la necessità di vivere con il cuore aperto verso le situazioni di fatica e di disagio che molti, sempre di più, si trovano a vivere nelle loro famiglie o peggio da soli. Tanti sono i fattori di sofferenza e di crisi di questo nostro tempo e lo sguardo della fraternità cristiana non può chiudersi in resistenze egoistiche, ma siamo tutti chiamati e provocati ad unirci per far fronte con più concretezza ai bisogni di coloro che vivono accanto a noi o giungono da lontano per cercare una speranza di vita migliore. La Carità non è questione di pochi o affare da specialisti, ma è il frutto più maturo della vita buona del Vangelo!
Il tempo ordinario che riprende non ci inganni facendoci credere che tutto va avanti come sempre e che ciascuno è responsabile solo del suo orticello. Immergiamoci nella preghiera e nell’ascolto di quella Parola nuova che Dio ci dona ogni giorno e che è per noi motivo di gioia e di salvezza se l’accogliamo come luce ai nostri passi e guida ai nostri progetti. Vinciamo la tentazione che ci fa riaprire un altro anno pastorale con la sola preoccupazione di dover riprogrammare e riorganizzare le solite cose, sempre uguali a se stesse, al di là di chi abbiamo di fronte e di cosa il mondo sta vivendo. È questo che spesso fa dire a molti che la Chiesa è vecchia e desueta, in ritardo sui tempi e retrograda nel suo sguardo. Quando invece la Parola del Vangelo è l’unica prospettiva sempre nuova di questa storia che ci dona una sapienza profetica capace di rinnovare ogni cosa. Se noi cristiani fossimo consapevoli di questo la nostra vita, per grazia dello Spirito Santo, risplenderebbe come limpida testimonianza della misericordia di Dio Padre in Cristo Gesù per tutta l’umanità.
Ci guidi il Signore con la sua grazia e ci incoraggi ad osare la novità del vangelo in noi e attorno a noi!
2 settembre Sant’Albertino da Montone, abate Memoria
Albertino nasce a Montone nella prima metà del secolo XIII. Accolta la vocazione monastica entra nell’eremo di Fonte Avellana, che dal 1192 possiede alcune terre proprio presso Montone. Nell’eremo del Monte Catria Albertino è documentato come priore dal 1265 al 1294. È proprio in alcuni capitoli della regola di san Benedetto, professata a Fonte Avellana, che si possono individuare i testi ispiratori della vita di Albertino: ad esempio, il capitolo 72 – che invita i monaci a stimarsi reciprocamente, a sopportare con pazienza le debolezze gli uni degli altri, a gareggiare nell’obbedienza vicendevole, a cercare ciò che è utile per l’altro – potrebbe avere influito su Albertino, diventato il “grande conciliatore”.
Fu anche priore maggiore della congregazione avellanita. Albertino è ricordato come autentico promotore di pace. Come priore maggiore, infatti, continua il servizio dei monaci alla popolazione attraverso una radicale opera di promozione della pace. È questa la specificità di Albertino, la cui azione si innesta in una già lunga tradizione di carità operosa. Albertino interviene sia per ricomporre le liti dell’eremo con altri monasteri o castelli della zona, sia per pacificare i comuni della zona dilaniati dalle lotte politiche, che in quel tempo sfociavano in contrasti armati che oggi chiameremmo guerre civili.
Albertino ha saputo accogliere le “nuove realtà” del suo tempo – il formarsi dei comuni, un certo anelito alla libertà da parte dei contadini, la diffusione degli Ordini mendicanti – non in quanto uomo dotato di “realismo politico”, bensì in quanto monaco. Dalla saggezza della Regola bene aveva imparato a “sopportare con pazienza” i disagi dei cambiamenti nella società e nella Chiesa, con i loro riflessi inevitabili sulla vita della propria comunità. Ma a questa capacità di “sopportare” si univa anche la sua disponibilità a “cercare l’utilità altrui” – cioè di tutti – piuttosto che intestardirsi a difesa dei diritti secolari della sua Congregazione monastica.
Secondo una tradizione avrebbe rinunciato alla carica di vescovo di Osimo per umiltà e per amore alla solitudine. Morì a Fonte Avellana il 13 aprile 1294 dove il suo sepolcro è meta continua di pellegrinaggi che ne invocano l’intercessione.
5 settembre San Ventura, sacerdote e martire Memoria
Rettore, nel XIII secolo, della chiesa di San Bartolomeo a Valdipetrina, fu sacerdote pio e zelante. Secondo la tradizione locale un giorno si imbatté in un taglialegna che bestemmiava. Ventura lo corresse, ma l’uomo, infuriato, uccise il sacerdote con un colpo d’ascia nascondendo poi il corpo insanguinato sotto un mucchio di pietre. Il corpo venne trovato dopo molti giorni e fu sepolto nella chiesa. Da quel momento la chiesa di San Bartolomeo prese il nome di San Ventura.
Tutti gli agiografi collocano il martirio al 7 settembre 1250. Nel XVII secolo il culto di san Ventura venne rilanciato dal vescovo Giuseppe Sebastiani, che provvide a una ricognizione canonica del corpo e, nel 1684, al suo trasferimento della chiesa del Seminario Vescovile, dove tutt’ora è conservato all’interno di un’urna realizzata nel 1952 e conservata sotto l’altare maggiore. Al 1952 risale anche l’attuale sistemazione dell’insigne reliquia, con la maschera in cera (opera di Romolo Bartolini) che lascia vedere la ferita mortale nel cranio.
Riprendono i corsi di formazione per i volontari dell’Associazione chiese storiche. Le lezioni si terranno a Città di Castello: le prime tre presso l’Auditorium di San Giovanni Decollato, in via Pomerio San Girolamo, mentre l’ultima presso la chiesa di San Michele Arcangelo.
Per partecipare è necessario iscriversi all’Associazione Chiese Storiche, il cui costo è di euro 10. Le iscrizioni si ricevono presso la libreria del Sacro Cuore, inpiazza Gabriottidal martedì al sabato o inviando una mail all’indirizzo: beniculturali@diocesidicastello.it. L’Associazione per motivi organizzativi si riserva la facoltà di cambiare luogo e data dei singoli incontri: eventuali modifiche verranno comunicate ai partecipanti, mediante email o per telefono.
I corsi sono organizzati in collaborazione con la Diocesi di Città di Castello, sono gratuiti, realizzati grazie al contributo otto per mille alla Chiesa Cattolica Italiana.
PROGRAMMA
14 settembre ore 17,30
“Gli altari tifernati nel 500: da Raffaellino del Colle a Pomarancio”
Docente: dott.ssa Francesca Mavilla – storica dell’arte 22 settembre ore 17,30 “La Riforma protestante e la Riforma cattolica”
Docente: prof. don Romano Piccinelli- Istituto Teologico di Assisi 5 ottobre ore 17,30
“Il Concilio di Trento ed i riflessi sull’architettura delle chiese”Docente: ing. Giovanni Cangi – esperto di edilizia storica 13 ottobre ore 17,30
“La chiesa di San Michele Arcangelo: rifacimenti e restauri dalle origini ai giorni nostri”
Docente: dott.ssa Giulia Fiorucci- specialista in beni storici artistici
57 giovani (e meno giovane) assieme a 4 sacerdoti hanno vissuto l’esperienza di Chiesa universale che la GMG da sempre trasmette. Sicuramente torneremo tutti con, nel cuore, le famiglie che con generosità hanno aperto le loro case per accoglierci. Le comunità che attraverso tanti volontari hanno organizzato e curato il nostro soggiorno ad Aveiro e a Carvoeira. Infine con l’infinita distesa di fedeli provenienti da ogni nazione. Personalmente torno con la grande disponibilità di tante persone che si sono spese in queste settimane per rendere questo evento una esperienza di gioia e di fede. Sono state una testimonianza vivente di un Vangelo incarnato che prima di tutto sa accogliere. Che questi giovani possano trovare anche nelle nostre comunità quella stessa gioia e vivacità perché altrimenti rimarrà un evento circoscritto nella loro storia personale. Un cammino si è appena concluso e subito se ne apre un altro.
Note di viaggio
Il 6 agosto è terminata la Giornata Mondiale della Gioventù 2023 a Lisbona, a cui ha partecipato con più di 60 iscritti la nostra Diocesi, sotto l’organizzazione della Pastorale Giovanile di Città di Castello. Il bilancio è quello tipico delle grandi esperienze: difficile ridurlo ad un indice di gradimento. Vivere la GMG significa incontrarsi e il primo incontro è avvenuto alla partenza: questo gruppo di amici e sconosciuti, dopo due giorni di viaggio in pullman, il 26 luglio ha raggiunto Aveiro. Qui si è tenuto il gemellaggio tra Diocesi, che ha permesso a ragazzi e sacerdoti di essere accolti a piccoli gruppi dalle famiglie del posto. Le parrocchie ospitanti ci hanno dato l’opportunità di incontrare una cultura diversa, facendoci immergere nel culto e nelle tradizioni di questo popolo con grande calore e disponibilità. Concluso il gemellaggio, il 31 luglio ci siamo spostati a Ericeira, dove abbiamo pernottato in palestra e partecipato alle catechesi del Vescovo di Cremona, Mons. Antonio (…), organizzate per le Diocesi dell’Umbria. Negli stessi giorni a Lisbona abbiamo potuto vivere assieme a pellegrini da tutto il mondo l’accoglienza di Papa Francesco, la Via Crucis e la Veglia a Campo do Graça. In questo parco ha trascorso la notte un milione e mezzo di giovani, in attesa della Santa Messa conclusiva celebrata dal Pontefice la mattina seguente.
In queste due settimane ciascuno di noi ha potuto incontrare non solo migliaia di volti nuovi, ma anche se stesso, in una dimensione di Fede che apre il cuore e gli orizzonti. Con l’insegnamento di Papa Francesco che “la gioia è missionaria e porta qualcosa agli altri”, non ci resta che rimanere in cammino fino alla prossima edizione della GMG a Seoul nel 2027.
È iniziato il conto alla rovescia per la quindicesima edizione de “Il Sentiero di Francesco”, il pellegrinaggio a piedi tra Assisi, Valfabbrica e Gubbio che si rinnova questo fine settimana, nelle tradizionali giornate dell’1-2-3 settembre. È il cammino che ripercorre il viaggio compiuto dal Poverello dopo il gesto della “spogliazione” e la rinuncia alle ricchezze e all’autorità paterna, che si apre in concomitanza con le celebrazioni della 18esima Giornata per la Custodia del Creato, e che segnano l’inizio del Tempo del Creato, iniziativa liturgica che culmina il 4 ottobre, proprio con la festa in onore di san Francesco d’Assisi.
Venerdì primo settembre – da ASSISI a VALFABBRICA – km 14
Ore 7.30 – partenza dei pellegrini che pernottano a Gubbio con navetta, da piazza Quaranta Martiri, con tappa presso il piazzale Martiri Umbri della Resistenza (parcheggio Centro commerciale “Le Mura”). Continuazione per Assisi
Ore 8.30 – raduno dei partecipanti in piazza del Vescovado e accoglienza dei pellegrini presso il Santuario della Spogliazione
Ore 9.45 – partenza del pellegrinaggio
Ore 13 – pranzo al sacco (a cura dei pellegrini) in località Pieve San Nicolò e ripartenza per Valfabbrica
Ore 16.30 – arrivo a Valfabbrica e celebrazione eucaristica
Ore 19 – cena nel borgo medievale in occasione del Palio di Valfabbrica Giostra d’Italia. Costo del pasto 13,00 euro a persona (da saldare in loco)
Ore 21 – sistemazione dei pellegrini nei luoghi di alloggio e rientro della navetta con coloro che pernottano a Gubbio Sabato 2 settembre – da VALFABBRICA a SAN PIETRO IN VIGNETO – km 22
Ore 7.30 – partenza dei pellegrini che pernottano a Gubbio con navetta, da piazza Quaranta Martiri, con tappa presso il piazzale Martiri Umbri della Resistenza (parcheggio Centro commerciale “Le Mura”). Continuazione per Valfabbrica
Ore 8 – raduno dei pellegrini e partenza del pellegrinaggio
Ore 13 – pranzo presso l’agriturismo Tenuta Biscina. Costo del pasto 13,00 euro a persona (da saldare in loco)
Ore 17 – arrivo all’eremo di San Pietro in Vigneto. Accoglienza dei pellegrini da parte della confraternita di San Jacopo di Compostella e celebrazione eucaristica
Ore 19 – cena nel chiostro dell’eremo riservata ai pellegrini in cammino. La partecipazione è a offerta libera (da saldare in loco)
Ore 21 – sistemazione dei pellegrini nei luoghi di alloggio e rientro della navetta con coloro che pernottano a Gubbio Domenica 3 settembre – da SAN PIETRO IN VIGNETO a GUBBIO – km 15
Ore 7.30 – partenza dei pellegrini che pernottano a Gubbio con navetta, da piazza Quaranta Martiri, con tappa presso il piazzale Martiri Umbri della Resistenza (parcheggio Centro commerciale “Le Mura”). Continuazione per San Pietro in Vigneto
Ore 8.30 – raduno dei pellegrini e partenza del pellegrinaggio
Ore 13 – pranzo presso gli spazi del Circolo Anspi di Ponte d’Assi. Costo del pasto 13,00 euro a persona (da saldare in loco)
Ore 15.30 – arrivo dei pellegrini a Gubbio nel parco della Riconciliazione. Sosta e momento di preghiera nella chiesa di Santa Maria della Vittorina, luogo dell’incontro tra san Francesco e il lupo. Seguirà la consegna del premio “Lupo di Gubbio” per la riconciliazione Promemoria per i pellegrini Nel corso della tre giorni al momento della salita sulla navetta, i pellegrini sono invitati a lasciare un contributo libero per sostenere il costo dei trasferimenti giornalieri. La prenotazione dei pernottamenti è a cura del singolo pellegrino. Se orientati verso strutture di ospitalità ricettiva, invitiamo a contattare il Servizio turistico associato del Comune di Gubbio, per conoscere l’elenco delle strutture situate nel tratto interessato dal cammino (0759220693 – mail info@iat.gubbio.pg.it). Se orientati invece verso strutture di accoglienza diocesana, è possibile contattare direttamente i recapiti della PiccolAccoglienza Gubbio, così da conoscere la disponibilità di posti letto in conventi, eremi, parrocchie, presenti lungo le tappe del cammino.