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XXXIV Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei

Uno sguardo nuovo (Is 40,1-11)

Nella Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei desideriamo confermare l’importanza di questo rapporto per le nostre comunità cristiane. Infatti, come afferma Papa Francesco in Evangelii Gaudium, «la Chiesa, che condivide con l’Ebraismo una parte importante delle Sacre Scritture, considera il popolo dell’Alleanza e la sua fede come una radice sacra della propria identità cristiana
(cfr Rm 11,16-18)» (EG, n. 247). Anche il documento “Perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili” (Rm 11,29) – Riflessioni su questioni teologiche attinenti alle relazioni
cattolico-ebraiche, pubblicato dalla Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo (CRRE) il 10 dicembre 2015, sottolinea che «il dialogo con l’ebraismo è qualcosa di assolutamente speciale per i cristiani, poiché il cristianesimo ha radici ebraiche che determinano l’unicità delle relazioni tra le due tradizioni» (n. 14).

Dio ci supera

La stagione che stiamo vivendo, segnata dall’auspicata uscita dalla pandemia che per lungo tempo ha fiaccato la vita del Paese, comprese le comunità di fede, ci spinge a interrogarci a fondo sulla nostra presenza nella società come uomini e donne credenti nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Il passo del profeta Isaia, scelto quest’anno come nucleo ispiratore per la Giornata del 17 gennaio (Is 40,1-11), è un annuncio di consolazione per il popolo, chiamato a stare saldo nella fiducia che il suo Signore non lo abbandonerà: “Nahamù nahamù ‘ammì”, “Consolate, consolate il mio popolo” (Is 40,1). Possiamo avere fiducia nel futuro perché la Parola di Dio ci garantisce che egli è fedele. Fondati in lui, troviamo la forza per dar credito alla vita ed essere fiduciosi, perché ci sentiamo preceduti e “superati” dalla sua azione. Dio, infatti, opera oltre le nostre stesse attese.

Nonostante le nostre fragilità

Il testo di Isaia non tace il rischio della rassegnazione e della perplessità. Di fronte all’annuncio dell’iniziativa inattesa di Dio e all’invito a gridare, risuona l’interrogativo: «Che cosa dovrò gridare?» (Is 40,6). La domanda nasce dalla constatazione delle nostre fragilità, oltre che del nostro peccato: «Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua grazia è come un fiore del campo» (Is 40,6). Certo, se guardiamo alle nostre forze, «veramente il popolo è come l’erba» (Is 40,7)! Questi anni di pandemia, il dramma della guerra, la crisi energetica ecologica ed economica, hanno messo a nudo le crepe delle organizzazioni sociali, economiche e anche religiose, aprendo a potenziali inquietanti scenari di complessa interpretazione. Ci hanno fatto toccare con mano la nostra debolezza e ci hanno messo di fronte all’incostanza nel rispondere alla Parola di speranza che Dio rivolge alla vita.

Dio è tenace

Ma Isaia ci invita a guardare oltre, per scorgere la saldezza di qualcosa di incrollabile: la sua Promessa. Se noi siamo come l’erba e come il fiore del campo, c’è una realtà che non viene mai meno: la Parola di Dio che rimane rivolta in eterno. Il profeta ammette che certamente l’uomo è come l’erba, «ma la parola del nostro Dio dura per sempre» (Is 40,8). Il Signore è sempre in attesa del nostro ritorno a Lui, per questo siamo chiamati a essere annunciatori di speranza. Consapevoli che Dio è tenace nel suo amore, possiamo annunciarlo con gioia agli uomini e alle donne del nostro tempo. Egli costantemente ci ripete: «Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo» (Is 43,4).

Apriamo gli occhi!

Dio agisce oltre noi, oltre le nostre comunità. Come operò nel sovrano pagano Ciro (Is 45,1), che divenne strumento di liberazione nelle mani del Signore. Dio è all’opera nell’estraneo e nello straniero. Dobbiamo quindi impegnarci insieme in un lavoro di ascolto e di discernimento per trovare il Signore là dove sta operando, al di là delle nostre attese e dei nostri progetti. Usciamo per incontrare il Signore, che si muove oltre i nostri ristretti confini! In questo modo potremo diventare gioiosi testimoni di speranza per tutti. Nello spazio pubblico siamo chiamati a farci fiduciosi annunciatori di possibilità, “rabdomanti” alla ricerca di nuovi sentieri, di nuove opportunità per gli uomini e le donne del nostro tempo. Siamo desiderosi di collaborare on le comunità ebraiche per generare gesti concreti di pace e di solidarietà. Esploratori alla ricerca di strade inedite, con lo sguardo attento a discernere il nuovo che emerge.

Cambiamo sguardo!

Ai fratelli e alle sorelle delle Comunità ebraiche in Italia esprimiamo una viva gratitudine per il cammino compiuto «sotto lo stesso giogo» (Sof 3,9) e rinnoviamo l’impegno a progredire nel dialogo, nella conoscenza e nella collaborazione.
Fondati sull’amore incrollabile dell’Eterno, siamo in grado di guardare con fiducia al tempo che ci sta davanti, indagando nuovi percorsi, creando sentieri per costruire insieme un futuro di speranza, portando il nostro servizio nella società e nelle città. In questo modo ci impegniamo a curare il nostro sguardo: da uno sguardo pauroso, sospettoso e stanco, a uno sguardo coraggioso, fiducioso, vitale, capace di vedere che Dio «non si affatica e non si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato» (Is 40,28-29).  Auspichiamo momenti di incontro, di studio, di preghiera e di comune testimonianza all’unico Dio.

LA COMMISSIONE EPISCOPALE

PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO

NOTIZIE DALL’ARCHIVIO E DALLA BIBLIOTECA DIOCESANA

Nell’anno 2021 la sala consultazione dell’Archivio Storico Diocesano e della Biblioteca Diocesana “Storti – Guerri” di Città di Castello ha registrato 617 accessi, con un aumento del 15% rispetto
all’anno precedente, quando areano stati 536. Dal 2013 al 2022 gli accessi sono stati 6.297, per una media annuale di 629 (l’anno con il maggior numero di accessi, 875, è stato il 2019). Sul totale, 296 accessi sono stati dovuti a ricerche d’archivio e 321 a studi in biblioteca (nel 2021 erano stati registrati 268 accessi per l’archivio e altrettanti per la biblioteca; in entrambi i casi si è registrato un aumento, che per la biblioteca ha raggiunto il 19,7%). La ripresa della piena attività in presenza e il superamento dei limiti di capienza, che gradualmente sono stati riportati a quelli precedenti la pandemia, ha favorito lo studio in sede, per cui si è avuta una flessione dei prestiti librari, che sono stati 157 a fronte dei 228 del 2021, con una flessione del 31,1% Dopo le festività natalizie, l’Archivio Storico Diocesano e la Biblioteca Diocesana “Storti – Guerri” riapriranno al pubblico il 2 gennaio 2023. L’orario sarà quello consueto: da lunedì a venerdì, ore 8,30- 12,30; il mercoledì anche ore 15-19.
Per informazioni rimane attivo l’indirizzo biblioeclesiastica@libero.it o, in orario di apertura, il numero telefonico 0758522832.
Don Andrea Czortek

GIORNATA MISSIONARIA PER L’INFANZIA

Il 6 gennaio, oltre ad essere il giorno dell’Epifania, è anche la Giornata Missionaria dei Ragazzi (GMR), ma le Chiese locali, per esigenze diverse, possono anche festeggiarla in un’altra data vicina. La GMR è, in un certo senso, la prima data missionaria, perché oltre ad essere all’inizio dell’anno, è il giorno in cui il Vangelo ci fa riflettere sulla manifestazione di Gesù a tutti i popoli. Lo slogan della Giornata Missionaria Mondiale dei Ragazzi 2023 è: “La missione si fa insieme”. Esso sviluppa il tema proposto dal messaggio che Papa Francesco ha indirizzato a tutti i cristiani: «Di me sarete testimoni» (Atti 1,8). È l’invito missionario di Gesù Risorto che guida da sempre la Chiesa e che la Congregazione di ‘Propaganda Fide (oggi denominata Evangelizzazione dei Popoli) ha portato a far nascere opere specifiche come, l’Opera della Propagazione della fede; l’Opera della Santa Infanzia (Infanzia missionaria) e in seguito l’Opera di San Pietro per i sacerdoti autoctoni. Valori fondanti la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria: rendere i bambini protagonisti della vita della Chiesa con l’impegno della Preghiera e della Solidarietà. Sono i bambini a soffrire le conseguenze più serie dei mali che affliggono ancora tanti paesi, come la mancanza di cibo, di cure, d’istruzione, di formazione umana e cristiana. L’impegno per alleviare le loro sofferenze è una delle opere più preziose che possa scaturire dal cuore. La Giornata Missionaria Mondiale dei Ragazzi è una giornata di preghiera e solidarietà. È necessario comprendere sempre più il mandato missionario per rispondervi con entusiasmo e generosità anche dalla più tenera età. Dio interpella continuamente con la sua Parola: “Di me sarete testimoni” (At 1,8). È un compito urgente. Ciascuno senta rivolto a sé questo invito appassionato e riaccenda il “fuoco missionario”.

In occasione della GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE (27 ottobre) molti Parroci hanno aderito a questa colletta imperata, raccogliendo circa 4.700 euro, che andranno in gran parte a sostenere progetti di vita e di crescita in vari settori (scuola, sanità, opere civili e religiose, sostentamento missionari…), sempre accompagnate dall’annuncio di Pace e di Amore nel Signore! Invitiamo ancora, in occasione della GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE DEI RAGAZZI – 6 GENNAIO 2023, ad essere generosamente partecipi, anche quelle Parrocchie che non hanno partecipato a ottobre… Fratelli Tutti!!! Il materiale è stato consegnato all’incontro del Clero il 14 dicembre u.s., ma chi ne avesse bisogno può richiederlo per tempo. Ricordo infine che questo Ufficio Missionario Diocesano cerca giovani e meno giovani collaboratori, pronti a mettersi in gioco, a partecipare attivamente al progetto di vita che questo ufficio intende realizzare. Quello che potremo fare insieme è ambiziosamente realizzabile, umanamente possibile; spirito di servizio ai più poveri e indifesi. Ogni Cristiano è chiamato a questa Missione. AUGURI DALL’U.M.D. Città di Castello Diacono Angelo

Il testamento spirituale del Papa emerito Benedetto XVI

Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene. Ringrazio i miei genitori, che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce, illumina tutti i miei giorni fino a oggi. La lucida fede di mio padre ha insegnato a noi figli a credere, e come segnavia è stata sempre salda in mezzo a tutte le mie acquisizioni scientifiche; la profonda devozione e la grande bontà di mia madre rappresentano un’eredità per la quale non potrò mai ringraziare abbastanza. Mia sorella mi ha assistito per decenni disinteressatamente e con affettuosa premura; mio fratello, con la lucidità dei suoi giudizi, la sua vigorosa risolutezza e la serenità del cuore, mi ha sempre spianato il cammino; senza questo suo continuo precedermi e accompagnarmi non avrei potuto trovare la via giusta. Di cuore ringrazio Dio per i tanti amici, uomini e donne, che Egli mi ha sempre posto a fianco; per i collaboratori in tutte le tappe del mio cammino; per i maestri e gli allievi che Egli mi ha dato. Tutti li affido grato alla Sua bontà. E voglio ringraziare il Signore per la mia bella patria nelle Prealpi bavaresi, nella quale sempre ho visto trasparire lo splendore del Creatore stesso. Ringrazio la gente della mia patria perché in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede. Prego affinché la nostra terra resti una terra di fede e vi prego, cari compatrioti: non lasciatevi distogliere dalla fede. E finalmente ringrazio Dio per tutto il bello che ho potuto sperimentare in tutte le tappe del mio cammino, specialmente però a Roma e in Italia che è diventata la mia seconda patria. A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto, chiedo di cuore perdono. Quello che prima ho detto ai miei compatrioti, lo dico ora a tutti quelli che nella Chiesa sono stati affidati al mio servizio: rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Spesso sembra che la scienza — le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l’esegesi della Sacra Scrittura) dall’altro — siano in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica. Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza; così come, d’altronde, è nel dialogo con le scienze naturali che anche la fede ha imparato a comprendere meglio il limite della portata delle sue affermazioni, e dunque la sua specificità. Sono ormai sessant’anni che accompagno il cammino della Teologia, in particolare delle Scienze bibliche, e con il susseguirsi delle diverse generazioni ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili, dimostrandosi essere semplici ipotesi: la generazione liberale (Harnack, Jülicher ecc.), la generazione esistenzialista (Bultmann ecc.), la generazione marxista. Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo. Infine, chiedo umilmente: pregate per me, così che il Signore, nonostante tutti i miei peccati e insufficienze, mi accolga nelle dimore eterne. A tutti quelli che mi sono affidati, giorno per giorno va di cuore la mia preghiera.

Benedictus PP XVI

“Festa della Santa famiglia”.

L’Ufficio Pastorale familiare della Diocesi ha organizzato, per il giorno 30 dicembre alle ore 21 presso il santuario della Madonna delle Grazie, la “Festa della Santa famiglia”.
La celebrazione sarà presieduta da vescovo Luciano. Gli sposi rinnoveranno le loro promesse nuziali.

 

Gubbio e Città di Castello: le celebrazioni natalizie del vescovo Luciano

Il vescovo di Gubbio e di Città di Castello, Luciano Paolucci Bedini

C’è il rischio di rimanere “irretiti dalle fatiche quotidiane o dagli allarmi sociali che da ogni parte e in più modi ci raggiungono e ci trafiggono”. Non nasconde le difficoltà del periodo storico che stiamo vivendo, il vescovo Luciano Paolucci Bedini, pastore delle diocesi di Gubbio e di Città di Castello.

“Mentre tante voci – scrive alle sue comunità – sembrano dirci di frenare, di chiuderci, di difenderci, di evitare di esporci, di rischiare il nuovo, di sperare il meglio, l’unica voce della parola sacra ci invita ad alzarci e riprendere il cammino verso Colui che viene per noi e per la nostra salvezza”.

Un messaggio tra realismo e speranza

Il messaggio per il Natale ormai alle porte è di grande realismo e – al tempo stesso – di profonda speranza. “Come nell’evento dell’Incarnazione del Figlio di Dio, senza nostra supplica o impegno, il Signore è entrato silenziosamente nella nostra storia – scrive ancora il vescovo Luciano -, così ogni giorno la sua presenza si manifesta nella comunità degli uomini con le forme e i colori della tenerezza, della vicinanza, della compassione, della cura e dell’accoglienza. La forza potente dell’Amore di Dio Padre continua ad accompagnare i passi dei suoi figli che attraversano con timore e smarrimento i giorni e i tempi. Un avvento continuo e fedele che non ci lascia soli e ci invita a guardare con fiducia e speranza il presente di cui siamo ospiti, certi di un futuro di libertà e di pace di cui siamo già eredi”.

L’invito del Vescovo è quello ad avere un duplice sguardo: da una parte al passato e alla memoria liturgica del Natale e, dall’altra, all’orizzonte di domani e al ritorno di quel Gesù che è “apostolo della vita piena e della vera pace”.

“È questo – continua – che noi cristiani crediamo e speriamo. È questo che la fede ci comunica e che insieme celebriamo. È questo che dà la direzione alla nostra vita e le impedisce di appiattirsi sul presente terreno. È questo che ci conforta a voler vivere la storia che ci è data attivamente, sporcandoci le mani, coinvolgendoci insieme, senza tirarci indietro, portando in ogni incontro il riflesso dell’attesa di Gesù”.

Un cammino che continua insieme

Infine, l’augurio natalizio alle due diocesi dell’alta Umbria, unite insieme dal giugno scorso proprio nella figura del Vescovo. “Alle comunità sorelle di Gubbio e di Città di Castello – scrive Paolucci Bedini – voglio augurare un cammino intenso, pieno di ascolto e di incontri luminosi, e un Natale nuovo, ricco di stupore, sintonizzato sui battiti del cuore di Dio, mai sazio di aprire porte e donare abbracci. Uniti camminiamo… Maranatha! Vieni Signore Gesù!”.

Le celebrazioni del vescovo Luciano a Gubbio

Per il primo anno, dal suo ingresso nel 2017 come pastore della Chiesa eugubina, il vescovo Luciano Paolucci Bedini dovrà dividersi fra le comunità diocesane di Gubbio e Città di Castello per le celebrazioni liturgiche natalizie. A Gubbio, celebra la santa messa del Natale del Signore alle ore 17 di domenica 25 dicembre, nella basilica di Sant’Ubaldo. Il primo gennaio 2023, solennità di Maria Santissima Madre di Dio e Giornata mondiale della Pace, il vescovo Luciano presiede la messa delle ore 18 nella chiesa di San Giovanni. Nel giorno dell’Epifania, alle ore 10 del mattino del 6 gennaio, celebra presso la casa di riposo “Mosca”.

…e quelle in diocesi di Città di Castello

Il 24 dicembre, alle ore 24, mons. Paolucci Bedini, celebra la messa della vigilia di Natale nella cattedrale di Città di Castello. Il 31 dicembre presiede il Te Deum sempre nella cattedrale tifernate alle ore 18.30. Nella “chiesa madre” dedicata ai patroni Florido e Amanzio si celebra anche la messa dell’Epifania alle ore 18.30. Il 30 dicembre, alle ore 21, il vescovo Luciano celebra la messa al santuario della Madonna delle Grazie per la “Festa della Santa famiglia” insieme alle famiglie della diocesi. Gli sposi rinnoveranno le loro promesse nuziali.

Daniele Morini

 

Associazione Chiese storiche, ragazzi del Liceo Plinio il Giovane visitano le chiese del centro storico

l 9 dicembre, la classe 3 B indirizzo Classico del Liceo Plinio il Giovane , accompagnata dalle proff.sse Paola Bologni, Myriam Rossi e da Annalisa Ercolani tirocinante di  filosofia e storia,  ha visitato le Chiese di San Francesco e San Domenico,  per arricchire il percorso didattico di storia e di letteratura italiana,  relativo agli ordini mendicanti.  La conoscenza di queste chiese è stata curata dalle prof.sse Romanella Bistoni, Maria Clemenza Milianti e Sandra Fiordini,  Volontarie dell’Associazione Chiese Storiche, che hanno illustrato in modo molto dettagliato e con magistrale competenza non solo  bellezze artistiche, ma anche memorie e testimonianze  dall’alto  valore storico, spirituale e culturale.  Gli studenti, attenti e curiosi,  hanno apprezzato e colto in maniera attiva le sollecitazioni proposte  dalle Volontarie. All’associazione  Chiese storiche il ringraziamento caloroso del Liceo Plinio il Giovane e la promessa di  proseguire il percorso di collaborazione, iniziato lo scorso anno scolastico. Prof.ssa Paola Bologni

XXXIX CONCERTO DI NATALE DELLA CORALE MARIETTA ALBONI

Lunedì 26 dicembre 2022, presso la  Chiesa Madonna delle Grazie alle ore 17.00, si terrà il XXXIX CONCERTO DI NATALE DELLA CORALE MARIETTA ALBONI .

 Interpreti
Veronica Marinelli soprano
Cristina Tirigalli soprano
Anna Marini mezzosoprano
Federico Savini tenore
Diego Savini baritono
Orchestra della Corale Marietta Alboni
Corale Marietta Alboni
Marcello Marini direttore
 
In programma musiche di

  1. S. Bach – H. Purcell – D. Buxtehude – A. Vivaldi – Canti della tradizione natalizia

… IL NOSTRO CAMMINO

Il tempo liturgico dell’Avvento, con le quattro domeniche e la solennità dell’Immacolata, ci offre il percorso per prepararci al Natale. È tempo favorevole per un più attento ascolto della parola di Gesù e per una preghiera profonda e condivisa con i fratelli. Tempo di uno sguardo nuovo, di compassione e di tenerezza sull’umanità e sui fratelli, specie verso coloro che soffrono o faticano di più nella quotidianità. Il Natale è il tempo della Carità di Dio, che mostra tutto il suo amore per noi nel mandare suo Figlio come Salvatore. Sia anche il tempo per noi della condivisione nella carità fraterna di questo amore che gratuitamente abbiamo ricevuto.

La Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima ci permettono di entrare nella profondità del mistero dell’Incarnazione di Dio con gli occhi ed il cuore della Vergine Madre. Ella ci invita ad accoglierlo con la sua fede coraggiosa e il suo amore puro, la sua umiltà e il suo silenzio contemplativo.

Il Ritiro spirituale di Avvento per tutti i nostri preti e diaconi, che si terrà mercoledì 14 dicembre. Sarà occasione per lasciarci coinvolgere dal progetto d’amore di Dio Padre che desidera raggiungere ogni suo figlio.

Vivremo insieme la Festa della Santa Famiglia, il 30 dicembre al Santuario delle Grazie di Città di Castello alle ore 21.00 (vedi locandina), e con le coppie che lo desiderano, chiederemo al Signore la grazia di rinnovare le promesse matrimoniali per continuare il cammino di coppie e di famiglie.

Si ricorda ai Vicari di Zona, ai moderatori delle unità pastorali e al clero di attivarsi per individuare i moderatori dei “gruppi sinodali” per il secondo anno del sinodo dedicato all’ascolto, possibilmente entro l’8 dicembre.

 

Sorelle fratelli nel Signore,

viviamo questo ultimo mese dell’anno solare in cammino sui sentieri dell’Avvento, sostenuti e guidati dalla parola del Signore che ci scuote dal rischio di rimanere irretiti dalle fatiche quotidiane o dagli allarmi sociali che da ogni parte e in più modi ci raggiungono e ci trafiggono. Mentre tante voci sembrano dirci di frenare, di chiuderci, di difenderci, di evitare di esporci, di rischiare il nuovo, di sperare il meglio, l’unica voce della parola sacra ci invita ad alzarci e riprendere il cammino verso Colui che viene per noi e per la nostra salvezza.

Come nell’evento dell’Incarnazione del Figlio di Dio, senza nostra supplica o im-pegno, il Signore è entrato silenziosamente nella nostra storia, così ogni giorno la sua presenza si manifesta nella comunità degli uomini con le forme e i colori della tenerez-za, della vicinanza, della compassione, della cura e dell’accoglienza. La forza potente dell’Amore di Dio Padre continua ad accompagnare i passi dei suoi figli che attraversa-no con timore e smarrimento i giorni e i tempi. Un avvento continuo e fedele che non ci lascia soli e ci invita a guardare con fiducia e speranza il presente di cui siamo ospiti, certi di un futuro di libertà e di pace di cui siamo già eredi.

Questi giorni che vanno verso il Natale allora, non ci spingono a rivolgere indietro i nostri sguardi, ad un passato storico di cui celebriamo con gioia la memoria liturgica, ma ci incoraggiano a traguardare l’orizzonte del domani, da cui già si intravede l’alba luminosa del ritorno di Gesù risorto e vittorioso, apostolo della vita piena e della vera pace. È questo che noi cristiani crediamo e speriamo. È questo che la fede ci comunica e che insieme celebriamo. È questo che da la direzione alla nostra vita e le impedisce di appiattirsi sul presente terreno. È questo che ci conforta a voler vivere la storia che ci è data attivamente, sporcandoci le mani, coinvolgendoci insieme, senza tirarci indietro, portando in ogni incontro il riflesso dell’attesa di Gesù.

Alle Comunità sorelle di Gubbio e di Città di Castello voglio augurare un cammi-no intenso, pieno di ascolto e di incontri luminosi, e un Natale nuovo, ricco di stupore, sintonizzato sui battiti del cuore di Dio, mai sazio di aprire porte e donare abbracci.

Uniti camminiamo… Marànatha! Vieni Signore Gesù!

don Luciano, vescovo