Sorelle e fratelli nel Signore,

iniziamo con il mese di settembre un nuovo anno pastorale e continuiamo insieme il Cammino sinodale che tutta la Chiesa italiana sta affrontando in vista di un profondo rinnovamento. Il tempo estivo caratterizzato dalle esperienze di formazione e di condivisione ha sicuramente seminato con abbondanza tanti germi di novità e di cura che non dobbiamo disperdere.

Penso alla entusiasmante avventura della Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona, che ci ha visto partecipi dell’invito di Papa Francesco ad essere protagonisti di una nuova visione del mondo e della storia, in cui accogliere l’amore immenso e gratuito di Dio per ciascuno di noi perché diventi l’unica norma della nostra esistenza solidale tra fratelli e sorelle con tutti gli uomini e le donne del mondo. Quello che gli occhi dei giovani hanno visto e i loro cuori sentito ha bisogno di riecheggiare nelle nostre testimonianze di adulti credenti e credibili perché risuoni ancora nelle loro vite e possa mettere radici per il futuro.

Penso anche alle esperienze estive tra famiglie, che disegnano i contorni auspicabili di ogni comunità cristiana chiamata ad essere famiglia di famiglie, perché abbiamo tanto bisogno di allargare le nostre tende e permettere a tanti fratelli e sorelle di sentirsi accolti dalla familiarità di Dio Trinità. Lavoriamo con impegno perché non rimangano episodi isolati, legati solamente al tempo delle vacanze e delle ferie, ma pongano le fondamenta di un nuovo modo di essere comunità.

Questi ultimi mesi hanno anche permesso ad alcuni di riscoprire la necessità di vivere con il cuore aperto verso le situazioni di fatica e di disagio che molti, sempre di più, si trovano a vivere nelle loro famiglie o peggio da soli. Tanti sono i fattori di sofferenza e di crisi di questo nostro tempo e lo sguardo della fraternità cristiana non può chiudersi in resistenze egoistiche, ma siamo tutti chiamati e provocati ad unirci per far fronte con più concretezza ai bisogni di coloro che vivono accanto a noi o giungono da lontano per cercare una speranza di vita migliore. La Carità non è questione di pochi o affare da specialisti, ma è il frutto più maturo della vita buona del Vangelo!

Il tempo ordinario che riprende non ci inganni facendoci credere che tutto va avanti come sempre e che ciascuno è responsabile solo del suo orticello. Immergiamoci nella preghiera e nell’ascolto di quella Parola nuova che Dio ci dona ogni giorno e che è per noi motivo di gioia e di salvezza se l’accogliamo come luce ai nostri passi e guida ai nostri progetti. Vinciamo la tentazione che ci fa riaprire un altro anno pastorale con la sola preoccupazione di dover riprogrammare e riorganizzare le solite cose, sempre uguali a se stesse, al di là di chi abbiamo di fronte e di cosa il mondo sta vivendo. È questo che spesso fa dire a molti che la Chiesa è vecchia e desueta, in ritardo sui tempi e retrograda nel suo sguardo. Quando invece la Parola del Vangelo è l’unica prospettiva sempre nuova di questa storia che ci dona una sapienza profetica capace di rinnovare ogni cosa. Se noi cristiani fossimo consapevoli di questo la nostra vita, per grazia dello Spirito Santo, risplenderebbe come limpida testimonianza della misericordia di Dio Padre in Cristo Gesù per tutta l’umanità.

Ci guidi il Signore con la sua grazia e ci incoraggi ad osare la novità del vangelo in noi e attorno a noi!

+ don Luciano, vescovo