Giornata mondiale di lotta alla lebbra

L’ultima domenica di gennaio (28) si celebra la GIORNATA MONDIALE DEI MALATI DI LEBBRA, un appuntamento internazionale di solidarietà. In Italia l’iniziativa è promossa da AIFO – Associazione italiana Amici di Raoul Follereau che, in 60 anni, grazie al sostegno di centinaia di migliaia di italiani, ha contribuito alla cura di oltre un milione di malati di lebbra, destinando più di 150 milioni di euro per lo sviluppo e la gestione di progetti sociosanitari nei paesi a basso reddito. Presentazione della giornata La lebbra esiste ancora? Sì, la lebbra è una delle 20 Malattie Tropicali Neglette, patologie ignorate dall’opinione pubblica e da una parte del mondo medico, nonostante colpiscano oltre un miliardo di persone – più della metà bambini sotto i 14 anni. La povertà e la vulnerabilità sociale sono la causa principale della loro diffusione e secondo dati dell’OMS più di 140.000 persone hanno contratto la lebbra nel 2021 che si aggiungono ai 3 milioni di persone che l’anno contratta negli anni precedenti. È per questo che la Giornata Mondiale dei malati di Lebbra ha ancora oggi una grande importanza: una mobilitazione che si svolge in tutto il mondo con l’obiettivo di diffondere l’impegno contro questa malattia e le altre malattie tropicali neglette e per ricordare che nessuno deve vivere ai margini. Il ricavato della giornata va a sostegno dei progetti AIFO e aiuta a garantire diagnosi, cura e riabilitazione per le persone colpite dalla lebbra e il diritto alla salute alle persone vulnerabili nel mondo.
Come già detto, la causa principale della diffusione di questa malattia continua ad essere la povertà. Altri fattori sono l’assenza di servizi sanitari e la scarsa alimentazione. A queste criticità si aggiunge lo stigma, il pregiudizio ancora diffuso per i segni che la malattia lascia sul corpo. Per combattere questa malattia che colpisce soprattutto i più poveri ed emarginati, si celebrerà domenica 28 gennaio 71.ma Giornata mondiale di lotta alla lebbra, istituita nel 1954 dallo scrittore e giornalista francese Raoul Follereau.

Amore contro lo stigma

Uno dei bisogni fondamentali nelle vite di coloro che sperimentano questa malattia devastante è l’amore”. Si deve porre fine a discriminazione, stigmatizzazione e pregiudizio”. Una terapia multifarmacologica e centri clinici specializzati, hanno dimostrato la loro efficacia nel trattare questa malattia. Tuttavia, nessuna istituzione può da sola rimpiazzare il cuore o la compassione umana, nel momento in cui bisogna andare incontro alla sofferenza dell’altro. Non sarà uno sforzo individuale a provocare la necessaria trasformazione di coloro che combattono la lebbra, bensì  un lavoro condiviso di comunione e solidarietà. Soprattutto nei Paesi in cui la lebbra è una malattia endemica, possono fare molto, osserva inoltre il porporato, il potere dell’educazione e il contributo dell’accademia delle scienze.

Gesù e i lebbrosi

Gesù è stato per noi un modello per questo tipo di cura. Ciò che muoveva Cristo nel profondo nell’incontro con i lebbrosi deve ora ispirarci tutti, nella Chiesa e nella società.
Papa Francesco, riflettendo sulla guarigione del lebbroso ad opera di Gesù, ha indicato il potere e l’efficacia di Dio nel venire incontro al nostro desiderio più profondo di essere amati e accuditi. La misericordia di Dio, ha spiegato il Pontefice all’Angelus del 15 febbraio del 2015, “supera ogni barriera. “Non si pone a distanza di sicurezza”, ha affermato Francesco, “e non agisce per delega, ma si espone direttamente al contagio del nostro male”.