Carissimi sorelle e fratelli,

Ogni nuovo anno inizia dall’invocazione per la pace. Sotto il manto della Vergine Madre di Dio, nel primo giorno del nuovo anno, celebriamo con insistenza la Giornata mondiale della pace, e ogni anno ci accorgiamo che il mondo ne ha sempre più bisogno. Comprendiamo allora le parole di Gesù che ai suoi dice: “Vi lascio la mia pace”. L’unica radice della vera pace è il
dono della vita di Cristo per liberarci da tutte le nostre schiavitù, che sono invece la fucina di ogni forma di violenza. È quella pace allora che aneliamo e che possiamo supplicare, la pace di Gesù che con l’amore divino vince ogni ombra di morte dentro la vita dell’uomo. La pace va desiderata, chiesta con forza, accolta con gratitudine e vissuta con umiltà.
Ciascuno è parte di questa enorme responsabilità di invocare per il mondo una nuova stagione di armonia e concordia tra i popoli, ma solo insieme possiamo contribuire a costruirla a partire dalle nostre case e dalle nostre strade. Questa pace è il filo d’oro che tiene unite tutte la porzioni preziose della nostra esistenza, a partire dalle relazioni con i nostri compagni di cammino. Non possiamo edificare nulla di buono tra noi se non ci prendiamo cura anzitutto della rete di fraternità in cui per grazia siamo stati inseriti. Anche per la comunità cristiana è questa l’emergenza attuale, che precede ogni possibile iniziativa, ed è la prima forma di annuncio del Vangelo di Gesù tra gli uomini di oggi. La comunione fraterna, che fa da ordito alla trama della pace, che insieme tessiamo lungo la storia, è il collante necessario ad ogni livello sociale ed ecclesiale perché si possa pensare e far crescere un mondo più umano e più buono per tutti. La follia della guerra, e di ogni quotidiana violenza, ha bisogno di essere disinnescata dentro la vita ordinaria, quella di ogni giorno, quella in cui ognuno di noi è protagonista e attore. Prima ancora dei grandi eventi bellici e divisivi, davanti ai quali ci sentiamo impotenti, c’è un ampio terreno di discernimento e di scelta in cui abbiamo il potere di seminare con fiducia e speranza i germogli della pace.
Ascoltiamo ancora con attenzione l’annuncio di pace che Dio desidera per noi, accogliamola nella disponibilità ad esserne costruttori, per poi pensarla insieme e insieme progettarla lungo i sentieri del tempo che ci è dato di vivere, e non dimentichiamoci di inserirla nei nostri progetti pastorali, che dovrebbero sempre e solo riecheggiare i sogni di Dio.
Il Principe della Pace, che inerme bambino l’annuncia a Betlemme, ci animi e ci rialzi!
don Luciano, vescovo