Carissimi sorelle e fratelli,

un nuovo anno iniziamo, ancora immersi nel mistero del Natale di Gesù, che ci fa ricordare la presenza in mezzo a noi di Dio e della sua benedizione sulle nostre vite e sulla nostra storia. Il tempo liturgico del Natale ci guida a sentirci parte di una predilezione esclusiva da parte del Signore e chiamati ad essere coinvolti nel suo progetto di salvezza per tutta l’umanità. Siamo noi gli uomini amati dal Signore sulla terra, come cantano gli angeli sopra la mangiatoia di Betlemme, per i quali la gloria di Dio rifulge ed illumina le tenebre della storia e la sua Pace è donata. Dunque la pace è frutto di un dono di Dio, che possiamo prima di tutto accogliere e poi condividere tra noi nella fraternità con tutti. Inutile invocare la pace sulle grandi questioni sociali se il nostro cuore prima non l’accoglie dalle mani di Dio e la nostra vita non la lascia penetrare in ogni pagina del nostro cammino. Molti cuori però sono armati e inclini alla divisione e alla contrapposizione, a causa dell’egoismo e della presunzione di superiorità sugli altri. Tante altre volte invece lo sono perché feriti e offesi, spaventati o ingiustamente oppressi. Questi cuori, i nostri, e quelli di tanti fratelli e sorelle, attendono la cura della tenerezza, dell’ascolto e dell’attenzione, della vicinanza e della liberazione da ciò che li incatena. L’unguento che può lenire tali ferite è solo l’amore di Dio, che ciascuno di noi può rappresentare per gli altri nei propri gesti e nelle proprie scelte quotidiane. L’antidoto contro il veleno della violenza che inquina i cuori è quella Parola viva ed efficace che ci è consegnata nel Vangelo di Gesù. Di saziarci di questa Parola abbiamo un Diocesi di Citta’ di Castello Foglio di collegamento 2 drammatico bisogno, perché purifichi e rinnovi i nostri pensieri e dia luce a calore alla nostre parole. A poco servirebbe, anche nei nostri ambienti ecclesiali, continuare ad offrire iniziative di fede e di carità, se prima non si verificasse la bontà delle relazioni tra noi e con gli altri. Solo in questo modo tutti possiamo essere operatori e artigiani della pace, e lo sa Dio quanto bisogno c’è di uomini e donne di pace. Come il Signore con l’incarnazione è entrato nella storia dell’uomo per portare il suo amore salvifico, così la Chiesa in ogni tempo è chiamata ad entrare nella vicenda di ogni sorella e fratello per portare la consolazione della vicinanza di Dio Padre che tutti ama. Quanto fa bene a ciascuno di noi, e alla comunità intera, l’incontrare persone serene, ricche di una gioia vera, aperte alla comunione, capaci di accoglienza, piene di pazienza, misericordiose e semplici. Dal Signore invochiamo questa grazia per le nostre comunità diocesane sorelle, augurandoci che questo sia anche il primo frutto del Cammino sinodale che stiamo vivendo. La Vergine Madre ci insegni a custodire e meditare tutte queste cose nel nostro cuore! Vi benedico, beneditemi… don Luciano, vescovo