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Un logo per santa Margherita, protettrice dei disabili

La Diocesi di Città di Castello ha presentato il bando per la realizzazione di un logo che costituirà il segno di riconoscimento ufficiale della figura di Santa Margherita di Città di Castello. L’iniziativa è rivolta alle persone fisiche, sia singole che associate e agli istituti scolastici di ogni ordine e grado.

Come partecipare

Gli elaborati grafici dovranno pervenire agli uffici diocesani entro il 31 maggio. Il logo dovrà evocare in modo simbolico-artistico la figura della Santa. Elementi imprescindibili da inserire nel logo sono: il cuore della Santa con le tre pietre e la sua cecità. Facoltativi, invece, sono i simboli della Sacra famiglia a cui era devota e l’abito delle “mantellate” domenicane. Il bando e le modalità di partecipazione sono disponibili alla pagina: http://www.cittadicastello.chiesacattolica.it/santa-margherita-di-citta-di-castello/.

I progetti della diocesi per santa Margherita

Il concorso fa parte di un più ampio progetto diocesano per far conoscere la figura della Santa. In programma, la realizzazione di materiale divulgativo dedicato ai numerosi pellegrini che si recano in preghiera presso il corpo della santa, conservato nella chiesa di san Domenico e la realizzazione di un sito, completamente dedicato a questa figura conosciuta ed amata in tutto il mondo, che raccoglierà informazioni e materiale sulla sua storia e sulla sua straordinaria vita spirituale.

Santa Margherita, patrona dei disabili

Il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha inoltre comunicato di aver proposto, al Comitato organizzativo del Giubileo 2025 presieduto dall’arcivescovo Rino Fisichella, santa Margherita come patrona dei disabili. “La storia della Santa – spiega il Vescovo – si completa qui a Città di Castello con una intensità spirituale molto alta e dentro a una vicenda particolarmente importante per tutte le vicissitudini che ha dovuto incontrare e oggi per noi diventa l’occasione di pensare a una figura di santità e di spiritualità che possa essere di riferimento soprattutto per le persone con disabilità”.

 

In dialogo con il vescovo per guardare al futuro

Una iniziativa che – nelle prossime settimane – coinvolgerà tutto il territorio della diocesi di Città di Castello. Il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha iniziato nei giorni scorsi una serie di assemblee con sacerdoti, diaconi e fedeli nelle varie unità pastorali del territorio diocesano. Nella prima settimana ha incontrato le comunità di San Giustino, di Lama, Selci e Citerna, e gli incontri continueranno nei prossimi mesi.

Si tratta di serate dedicate in particolare al dialogo con i parrocchiani per mettersi in ascolto dei bisogni e delle necessità di ciascuna realtà pastorale e per ragionare sulle prospettive di riorganizzazione delle stesse comunità parrocchiali sul territorio. Non si tratta di una visita pastorale, nel senso “canonico” del termine, ma di occasioni in stile sinodale per coinvolgere ciascuno nelle riflessioni che lo stesso Consiglio presbiterale tifernate ha ritenuto importanti da fare proprio con i fedeli.

Tutti corresponsabili della vita della Chiesa

L’iniziativa, a circa 15 mesi dall’inizio del ministero episcopale di mons. Paolucci Bedini nella diocesi tifernate, è stata illustrata stamattina proprio dal Vescovo e da don Francesco Mariucci, componente del Consiglio presbiterale diocesano e del Collegio dei consultori, oltre che responsabile dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali.

Nelle comunità parrocchiali e nelle unità pastorali della diocesi di Città di Castello, ha spiegato il vescovo Paolucci Bedini fin dai primi incontri dei giorni scorsi, c’è bisogno che tutti si sentano corresponsabili della vita della Chiesa ed è necessario ritrovare lo spirito missionario e di nuova evangelizzazione che caratterizzava l’esperienza dei primi apostoli e dei primi seguaci del cristianesimo. Ogni incontro viene introdotto dai parroci o dai sacerdoti moderatori delle stesse unità pastorali, che presentano al vescovo Luciano le loro comunità.

Un dialogo in stile sinodale

“Lo stile che ci siamo voluti dare – spiega mons. Paolucci Bedini – è quello legato al Cammino sinodale che ormai da due anni stiamo percorrendo come Chiesa italiana e diocesana, alla luce della Parola di Dio e in un clima di preghiera, per cui all’inizio c’è sempre una invocazione allo Spirito Santo. Tutti i fedeli – dal vescovo, ai sacerdoti e diaconi, a tutti i fedeli laici battezzati – si confrontano in un dialogo franco, fraterno e sincero sulle questioni che riguardano la vita della Chiesa. Non è un caso che, dopo l’invocazione dello Spirito Santo, io faccia una introduzione legata al testo degli Atti degli apostoli che racconta l’esperienza della prima Chiesa. Poi insieme si dialoga, a partire dalle sensibilità, dalle storie e anche dalle considerazioni che vengono dalle persone che vivono sul territorio”.

Rilanciare la presenza della Chiesa sul territorio

Terminata entro le festività natalizie la serie degli incontri pastorali, nel 2024 il vescovo Paolucci Bedini intende tirare le fila di questo percorso per valutare un progetto di riorganizzazione della presenza di sacerdoti e parrocchie nella comunità diocesana. Non si parla di tagli, accorpamenti o chiusure ma – al contrario – di un rilancio della presenza della Chiesa sul territorio, con modalità, linguaggi e organizzazione più adeguate ai tempi di oggi.