Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Il sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2024 è stato preparato da un Gruppo ecumenico locale del Burkina Faso, coordinato dalla Comunità locale di Chemin Neuf (Comunità Chemin Neuf, da ora CCN). Il tema scelto è “Ama il Signore Dio tuo… e ama il prossimo tuo come te stesso” (Lc 10, 27). Quanti sono stati coinvolti nella
stesura del testo – fratelli e sorelle dall’Arcidiocesi cattolica di Ouagadougou, dalle Chiese protestanti, dagli organismi ecumenici e dalla CCN in Burkina Faso – hanno collaborato generosamente alla stesura delle preghiere e delle riflessioni, vivendo questa esperienza di lavoro insieme come un vero cammino di conversione ecumenica.
Il testo biblico- La centralità dell’amore nella vita cristiana L’amore è il DNA della fede cristiana. Dio è Amore e “l’amore di Cristo ci ha riuniti in una cosa sola” Troviamo la nostra comune identità nell’esperienza dell’amore di Dio (cfr. Gv 3, 16) e manifestiamo questa identità al mondo nella misura in cui ci amiamo gli uni gli altri (cfr. Gv 13, 35). Nel brano scelto per la Settimana di preghiera 2024 (Lc 10, 25-37), Gesù ribadisce l’insegnamento ebraico tradizionale contenuto nel Libro del Deuteronomio 6, 5: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze”, e nel Libro del Levitico 19,18b “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Il dottore della Legge nel brano evangelico scelto per la Settimana chiede subito a Gesù: “Ma chi è
il mio prossimo?”. Si trattava di una questione – quella relativa all’estensione dell’obbligo biblico di amare – assai dibattuta tra i dottori della Legge. Tradizionalmente si credeva che si estendesse
agli Israeliti e agli stranieri residenti, ma, nel tempo, a motivo dell’impatto delle invasioni da parte di potenze straniere, il comandamento venne inteso come non applicabile agli stranieri delle
forze occupanti e successivamente, mentre l’Ebraismo stesso si andava frammentando, lo si considerava, talvolta, applicabile unicamente alla propria particolare fazione. La domanda posta a
Gesù dal dottore della Legge è dunque provocatoria, ed Egli vi risponde con una parabola che illustra come l’amore si estenda ben oltre i limiti immaginati dal dottore della Legge.
Molti degli scrittori cristiani dei primi secoli – ad esempio Origene, Clemente Alessandrino, Giovanni Crisostomo e Agostino – lessero in questa parabola la direzione del piano di Dio per la salvezza del mondo. Essi videro nell’uomo che scendeva da Gerusalemme l’immagine di Adamo – e  quindi di tutta l’umanità – che discendeva dal paradiso verso questo mondo, pieno di pericoli e di fragilità, e i briganti come l’immagine delle potenze terrene ostili che assalgono l’umanità. Essi videro Cristo stesso nella figura del samaritano che, mosso a compassione, venne in aiuto dell’uomo percosso e agonizzante, ne curò le ferite e lo portò al sicuro in una locanda, vista come l’immagine della Chiesa. La promessa del Samaritano di ritornare fu interpretata come una prefigurazione della promessa del ritorno del Signore. I cristiani sono chiamati ad agire come Cristo, ad amare come il Buon Samaritano, mostrando misericordia e compassione verso chi è nel sogno, a prescindere dalla sua identità religiosa, etnica o sociale. La forza che spinge a soccorrere e aiutare chi è nel bisogno non deve risiedere nel fatto di condividere la medesima identità, ma nel fatto di considerarlo “prossimo”. Questa visione dell’amore del prossimo che Gesù ci sprona a seguire è tuttavia messa a dura prova nel mondo di oggi. In particolare in Burkina Faso, la nostra capacità di amare come Cristo è inibita dalle guerre in molte regioni, dagli squilibri nelle relazioni internazionali e dalle disuguaglianze causate dai cambiamenti strutturali imposti dalle potenze occidentali o da altri organismi esterni. Ma è soltanto imparando ad amarsi reciprocamente, nonostante le differenze, che i cristiani possono farsi prossimo per gli altri, su esempio del Samaritano del Vangelo. La settimana di preghiera nella nostra diocesi Anche nelle nostre diocesi avranno luogo appuntamenti che ci permettono di condividere con fratelli
cristiani di altre confessioni alcuni momenti di preghiera e di fraternità; sono occasioni da vivere come crescita spirituale e come occasione di fraternità.
Venerdì 19 gennaio, alle ore 21.00 presso la Parrocchia Convento di Santa Maria della Pietà – Frati minori0 di Umbertide avrà luogo una celebrazione ecumenica presieduta dal Vescovo Luciano
insieme a Padre Bogdan, unica per le diocesi di Gubbio e Città di Castello. Sono invitati i fedel i cattolici, ortodossi e da altre confessioni cristiane.