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Gubbio-Città di Castello: nasce la Commissione sinodale interdiocesana. Partecipa anche tu!

Le Chiese di Gubbio e di Città di Castello rilanciano il Cammino sinodale attraverso una nuova fase da organizzare e vivere in maniera congiunta tra le due comunità diocesane. Il vescovo Luciano Paolucci Bedini, infatti, ha proposto l’idea di una Commissione sinodale interdiocesana, diffondendo in questi giorni un documento dal titolo “Nella Chiesa e nel mondo siate testimoni del dono della vita e dell’amore – Per una pastorale formato famiglia” (CLICCA PER VISUALIZZARE E SCARICARE).

Un cammino di conversione per una pastorale missionaria

“La proposta di questo percorso di studio e approfondimento – spiega il vescovo Luciano – ha come obiettivo principale quello di formarsi insieme per accompagnare da protagonisti le nostre Chiese diocesane sorelle nel cammino di conversione di tutta la pastorale in chiave missionaria. Si tratta di imparare a porre al centro dell’ascolto, della riflessione, della programmazione e dell’azione della comunità cristiana (questo è la pastorale) la vita delle famiglie concrete e reali che abitano il nostro territorio. Non esistono ‘le pastorali’, ma unica è l’attenzione pastorale della Chiesa. Perciò occorre ripensare tutta la pastorale a partire dalle famiglie”.

A chi è rivolto l’itinerario formativo

I destinatari di quello che è un vero e proprio cammino formativo sono: i responsabili e membri delle equipe di tutti gli Uffici pastorali diocesani, le coppie cristiane consacrate dal sacramento del matrimonio, i diaconi in servizio pastorale (preferibilmente con le loro spose), i sacerdoti, consacrati e consacrate e operatori pastorali interessati alla prospettiva.

Il metodo di lavoro è quello del Cammino sinodale. In questa “fase sapienziale” si approfondiscono alcuni temi attingendo alla ricchezza della riflessione e dell’esperienza ecclesiale. Sono quattro gli incontri già programmati, tra domenica 28 aprile e domenica 30 giugno.

Il calendario degli incontri formativi

Il percorso della Commissione sinodale interdiocesana si apre domenica 28 aprile, nell’oratorio di Santa Maria a Umbertide, con l’incontro sul tema “La Chiesa, una famiglia di famiglie”. Domenica 19 maggio, nell’oratorio della Madonna del Latte a Città di Castello, si continua con “La missione delle famiglie cristiane”. Domenica 9 giugno, nell’oratorio “Don Bosco” di Gubbio, incontro su “L’alleanza pastorale ordine-matrimonio”. Domenica 30 giugno, infine, l’incontro su “L’evangelizzazione in stile familiare” nell’oratorio “Ore d’oro” di Trestina.

Ogni incontro in presenza sarà preparato da un tempo di studio dei materiali indicati, di ricerca e condivisione di altri che potranno aggiungersi, e dalla elaborazione scritta di considerazioni e proposte concrete che saranno poi offerte agli altri della commissione.

Ascolto, preghiera e fraternità ecclesiale

“Il tutto sarà vissuto – spiega ancora mons. Paolucci Bedini – in un clima di ascolto, di comunione e di preghiera per cercare insieme la volontà di Dio sulle nostre Chiese. Lo stile in cui vogliamo vivere questo cammino è quello della fraternità ecclesiale che ci dona la condivisione del Vangelo”.

Ecco come iscriversi alla Commissione sinodale interdiocesana

Entro il 20 aprile è possibile iscriversi alla Commissione cliccando sul bottone qui sotto e compilando il modulo online. Ti aspettiamo!

 

La Messa Crismale celebrata insieme dalle Chiese di Città di Castello e Gubbio

Le Chiese diocesane di Città di Castello e di Gubbio celebrano insieme la Messa Crismale nella Cattedrale tifernate dei Santi Florido e Amanzio, stringendosi intorno al vescovo Luciano Paolucci Bedini. Si sono ritrovati insieme sacerdoti e diaconi delle due diocesi unite “in persona episcopi” (nella persona del vescovo) per rinnovare le promesse pronunciate in occasione della loro ordinazione. Il vescovo Luciano ha consacrato gli oli santi che saranno utilizzati durante l’intero anno liturgico per la celebrazione dei sacramenti: il crisma per il battesimo, la confermazione, l’ordinazione dei sacerdoti, la consacrazione di chiese e altari; l’olio dei catecumeni usato anch’esso nel battesimo; l’olio per l’unzione degli infermi. Nel corso della celebrazione, mons. Paolucci Bedini ha pronunciato l’omelia che riportiamo nel video e con il testo integrale.

Il video della celebrazione e dell’omelia

La galleria fotografica della celebrazione

L’omelia del vescovo Luciano per la Messa Crismale

Grazia a voi e pace da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra. A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

Sorelle e fratelli carissimi, in questa solenne liturgia, ci uniamo alla gloria del Cielo che celebra in Cristo risorto la fedeltà di Dio che ha compiuto l’azione della nostra salvezza nel sacrificio pasquale che in questi giorni santi riviviamo insieme. Nei segni della preghiera comune la Chiesa contempla la novità della vita redenta, finalmente liberata da ogni zavorra di male e di morte. L’amore divino, manifestato sull’altare della croce di Cristo, ha lavato nel suo sangue ogni bruttura del nostro animo, per riportare alla luce della fede il volto originario della creatura che Dio stesso ha scolpito, a sua immagine e somiglianza, splendente del riflesso della sua bellezza eterna.

Dice infatti il Vangelo: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore”.

Con le parole del profeta Isaia, Gesù presenta il suo ministero di Salvatore. Il suo cammino di incarnazione si compie nel servizio di liberazione della creatura umana dal male che l’affligge. E questo è reso possibile dall’unzione dello Spirito Santo che consacrata la missione di Gesù. In questa scia, e sotto questa potente guida, l’azione del maestro di Nazaret prosegue, nella storia e nel mondo, attraverso la vita e il servizio degli apostoli che lui si è scelto. Da questa santa stirpe discendono tutti i sacerdoti, vescovi e presbiteri, consacrati anch’essi con l’unzione dello Spirito. Stessa dunque è la missione e medesimo il mandato: portare a tutti il lieto annuncio.

Solo per questo, fratelli sacerdoti, noi siamo stati chiamati e ordinati. Nelle nostre povere mani è messa la parola di misericordia di cui il mondo ha una sete mortale. Dell’unico pane necessario, e della sua distribuzione a tutti, siamo stati resi responsabili nel nostro quotidiano ministero. Chi attende i beni della salvezza, e spesso fatica a trovarne la via, sperimenta la povertà del non conoscere il vero tesoro, la prigionia della schiavitù del male e dei suoi inganni, la cecità di chi non vede la luce che può guidare i suoi passi e l’oppressione data dalla mancanza di speranza in una vita piena ed eterna.

L’olio crismale, segno del Cristo morto e risorto, sacerdote, re e profeta, che ci ha consacrati il giorno della nostra ordinazione, per opera dello Spirito Santo ha intriso la nostra vita del profumo dell’amore di Dio. Consapevoli della nostra debolezza mortale, e della miseria che ci accomuna ad ogni uomo, non dimentichiamoci che cosa il Signore ha fatto di noi, unendoci a sé perché Egli potesse continuare a servire il suo popolo come Buon pastore. La nostra vita è stata dedicata totalmente e per sempre per l’edificazione del regno del Padre. Non ci apparteniamo più, e non possiamo fare della nostra vita altro che un dono continuo per l’annuncio del Vangelo. I nostri giorni, i nostri pensieri, le nostre azioni e il nostro amore, se con docilità rimaniamo uniti al Cristo, sono consacrati nella sua Chiesa e per la sua Chiesa. Sappiamo bene quanto anche oggi la Chiesa abbia bisogno di essere amata e servita con umiltà e fedeltà, e di questo tra poco chiederemo grazia nella nostra comune preghiera e nel rinnovo delle promesse sacerdotali.

“Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio sarete detti”, dice il testo di Isaia. Fa tremare il cuore sapere di essere stati scelti per questa enorme missione, ma lo riempie anche di tanta consolazione e tenerezza se ci ricordiamo chi ce l’affida e la sostiene. Non abbiamo una missione nostra, e vani sono i nostri progetti se sono solo “nostri”. Siamo costituiti come pastori per il popolo che Dio si è acquistato a prezzo del sacrificio pasquale di Cristo, ma a questo popolo siamo anche affidati, perché insieme, e solo insieme possiamo camminare nell’ascolto della voce dello Spirito che guida la Chiesa. Questo ministero allora ci colloca dentro questa famiglia che è la Chiesa, tra gli altri e con gli altri, perché ciascuno cresca nella conoscenza e nell’amore al Signore, e tutti insieme si possa testimoniare questo amore in ogni situazione.

Siamo chiamati, fratelli sacerdoti, a imparare a essere preti insieme. Non ci sono alternative vitali. Insieme, tra noi, gli uni con gli altri, ma anche gli uni per gli altri. Da soli siamo poca cosa. Le nostre chiusure chiudono la Chiesa, le nostre divisioni dividono la Chiesa e le nostre durezze feriscono la Chiesa. C’è una chiamata alla libertà e alla condivisione che non possiamo ignorare. Ci è chiesto di vivere la nostra fede non solo per gli altri, ma anche con gli altri. Di mettere il nostro ministero a servizio del cammino della fede dei nostri fratelli, e non viceversa. Di sognare e pensare insieme, noi preti, con i diaconi, i religiosi, gli sposi e tutti i battezzati, il volto bello della Sposa di Cristo.

Dice il Vangelo: “…gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato»”.

Non siamo stati consacrati solo per un tempo, per una stagione di Chiesa, per un territorio, o per alcune condizioni particolari. La nostra esistenza, e perciò anche il nostro ministero, si dipanano nell’oggi, nella realtà che ci è data, nel tempo e nella cultura che ci ospita. Anzi è proprio la realtà odierna che offre alla parola eterna dell’amore di Dio di continuare il mistero dell’incarnazione. Dentro le vene di questo tempo della storia, l’unico che ci è dato di vivere, scorre il fiume di grazia che scaturisce dall’albero della croce. Non possiamo che vivere, in presenza, questo squarcio di cielo che il buon Dio ci da di scorgere, al di là delle nubi e delle notti che l’offuscano.

Per questo abbiamo bisogno di tanto discernimento e di una fede viva, che fa eco alla gioia del Vangelo e scommette sulla follia della fraternità. Per questo, con rinnovata fiducia, ci affidiamo alla grazia di Dio Padre, per continuare a seguire le orme del maestro Gesù di cui siamo innamorati, sicuri della forza e del coraggio che lo Spirito, che ci ha unti, e consacrati continua a inoculare nel nostro cuore di pastori.

Padre santo e misericordioso, con tutto il popolo qui riunito ti preghiamo con fiducia di figli. Tu che hai consacrato il tuo Figlio Gesù con l’unzione dello Spirito Santo per donarlo a tutti noi come Salvatore, concedi ai tuoi sacerdoti, resi partecipi della sua consacrazione, di essere fedeli testimoni e umili servitori del tuo amore per l’umanità. Amen.

La Processione del Venerdì Santo a Città di Castello

Venerdì 29 marzo si svolgerà, nelle vie del centro storico di Città di Castello, la tradizionale processione del Cristo morto, una cerimonia religiosa che si ripete da più di ottocento anni.

Il percorso della Processione

Partenza, alle ore 21.30 da piazza santa Maria Maggiore.Il percorso proseguirà poi verso corso Vittorio Emanuele II, piazza Matteotti, corso Cavour e piazza Venanzio Gabriotti. Qui, davanti alla Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio, i fedeli si fermeranno in preghiera . La processione, guidata da don Andrea Czortek, vicario generale della diocesi sarà accompagnata dalla musica della  “Filarmonica G. Puccini”. La Corale “Anton Maria Abbatini” eseguirà un brano al termine della processione.

Una tradizione antica

Parteciperanno alla celebrazione, come da tradizione, le confraternite della diocesi. La loro presenza è un segno di unità e devozione e rappresenta una tradizione antica e radicata nella vita religiosa della diocesi. Al passaggio dei fedeli, le luci delle case delle vie del centro saranno spente, in segno di rispetto e devozione, creando un’atmosfera solenne e le strade saranno illuminate a “foco vivo”. Una luce, che accompagnerà il cammino dei partecipanti alla celebrazione religiosa. La processione, che è un momento di grande devozione per la comunità cittadina, coinvolge numerosi fedeli uniti in un momento di preghiera dedicato alla Settimana Santa e al mistero della Passione di Cristo.

Il museo, un luogo per tutti

Il museo diocesano apre le porte alle famiglie

Il museo diocesano, in questi ultimi mesi, ha realizzato due progetti dedicati alla famiglie. Il primo dal titolo “Oltre i confini” si è svolto nel periodo natalizio. Il secondo, “Forti da morire” realizzato nel pomeriggio del 16 marzo,  ha focalizzato l’attenzione su un tema di grande attualità: la rappresentazione di sé nel mondo virtuale, nel rispetto della propria immagine e del proprio corpo. Grazie alla partecipazione di un numero significativo di persone si è creato un’atmosfera vivace e coinvolgente che ha reso l’evento, pensato  per adulti, ragazzi e bambini, un’esperienza positiva in un clima di festa e condivisione. Il progetto è stata l’occasione per stare insieme, riflettere su temi importanti ed approfondire le conoscenze su argomenti complessi.

Il museo, un luogo per tutti

Monica M., che ha partecipato alle attività con la sua famiglia, commenta così il tempo trascorso al museo: “Il museo è un luogo per me? Pensando a questa domanda, la prima cosa che mi è venuta in mente è una parola ….Storia….allora la memoria mi ha riportato al mio libro delle medie che citava nella copertina “Conoscere il passato per capire il presente e progettare un futuro migliore”.  I due momenti passati nel museo sono stati qualcosa di più di un viaggio nel passato.  Il museo, le immagini usate sono state uno stimolo ad interrogarsi, senza alcuna presunzione di risposta, in un ambiente accogliente e familiare, nella piena libertà di pensiero, dove adulti, bambini, anziani, giovani potevano trovare il loro luogo dove poter stare insieme a qualcuno o anche da soli con i propri pensieri e le proprie domande. Questi due eventi sono stati due belle occasioni per fermarsi in questo fuggi fuggi che accompagna le nostre vite, per ascoltare i messaggi che l’arte può trasmetterci e che nel museo, con le sue luci, i suoi profumi, i suoi labirinti, può farci ascoltare e sentire. Si, il museo così animato da chi per primo, lo ama e lo vive, è il luogo per me. Ma anche per la mia S., una bimba di 9 anni. Il Museo di Città di Castello un luogo adatto per bambini? Assolutamente si, se da un’immagine può uscire un gomitolo, o un bel cuscino su cui sedere per ascoltare una bella storia o leggere i segreti nascosti tra le pagine di un coloratissimo libro. Che dire se poi il tutto si conclude con una bella merenda in cui scambiarsi impressioni e idee mentre i più piccoli giocano con le scale della chiesa o nel bellissimo giardino del Cassero? Il passato si unisce al presente e chissà che questo aiuti a progettare un futuro migliore?

Un patrimonio da vivere e condividere

Questi momenti trascorsi insieme in un luogo familiare, spesso visto solo dall’esterno distrattamente, ci aiutano a riappropriarci della nostra storia e della nostra cultura. Siamo tutti invitati a guardare con più attenzione ciò che ci circonda, abbandonando uno sguardo superficiale, per abbracciare la profondità e la ricchezza di ciò che ci appartiene. La responsabilità di tutelare e tramandare questo patrimonio è di tutti. Partecipiamo, condividiamo e godiamo questa bellezza, perché torni sempre più, a far parte di noi e della nostra identità.

 

Itinerario quaresimale, le parole del vescovo Luciano

Itinerario quaresimale

Carissimi fratelli e sorelle,  il nostro itinerario quaresimale ci guida a riscoprire l’immenso amore del Padre per ciascuno di noi e con questo ci invita ancora una volta a tornare a fidarci di lui e del suo progetto di salvezza. La grazia del Battesimo, che ci ha fatti suoi figli adottivi nella Pasqua del Figlio Gesù, è la sorgente e il fondamento di una vita nuova, illuminata dal Vangelo e condivisa
nella comunità dei credenti, di cui siamo responsabili. Il mondo ha un enorme bisogno di vedere e sperimentare i frutti dell’amore di Dio e lo Spirito Santo rende possibile questo anche attraverso la nostra pur povera testimonianza. Solo un popolo di donne e uomini rinnovati dalla Parola e sospinti dallo Spirito potranno
dare carne ad ogni progetto di rinnovamento ecclesiale. La Chiesa respira attraverso la fede dei suoi figli e parla al mondo per mezzo delle loro azioni. In questo tempo di profonda riflessione
sinodale per dare nuovo vigore alla missione evangelizzatrice i nostri cuori sono chiamati a diventare dei laboratori specializzati nel pensare, creare e mettere a punto formule innovative di
annuncio e di condivisione del tesoro di grazia che è l’amore misericordioso di Dio Padre in Cristo Gesù suo Figlio. Questa è la medicina di cui tutto il mondo ha bisogno per evitare di soccombere alla pandemia di individualismo e di indifferenza, di solitudine e di disperazione, di odio e di violenza che sta incendiando l’umanità.

Incontrarsi per pregare e progettare

I prossimi giorni potranno essere un’occasione di preghiera profonda, di tempo dedicato alla meditazione delle Sacre Scritture, di gesti di amore gratuito. Tempo condiviso di ascolto e di
preghiera con i fratelli e le sorelle delle nostre comunità. Le occasioni e le proposte non mancano. I nostri cuori hanno bisogno di nutrimento buono, che ci faccia crescere nella corresponsabilità per la costruzione del regno di Dio. La storia non sa che farsene di cristiani (e di comunità ecclesiali) stanchi e rassegnati, passivi e invisibili, comodamente seduti sulle abitudini e indifferenti alla realtà in cui siamo immersi. Ma sappiamo bene che solo lo Spirito di Gesù risorto può svegliarci e rianimarci da questo torpore indolente. Ecco perché abbiamo ancora bisogno del cammino della quaresima e della riscoperta della novità assoluta della Pasqua. Mi auguro che questi giorni di Diocesi di Città di Castello deserto spirituale, confortati dalla presenza amorevole di Dio, ci aiutino a ritrovare la gioia di essere discepoli del Vangelo e la gratitudine per essere parte di un così grande progetto di salvezza. Sarebbe un frutto molto bello se nelle nostre comunità, nei gruppi e nei movimenti, nelle comunità religiose e nelle piccole fraternità, nelle famiglie e tra le sorelle e i fratelli di fede, nascesse in questi giorni il desiderio di incontrarsi per pensare e progettare piccoli passi e scelte concrete ispirate al Vangelo.

Visita ad Limina per incontrare il Santo Padre

La prossima primavera troverebbe il terreno del giardino del Signore già pronto a germogliare e a riempire le nostre giornate di colori nuovi e nuovi profumi. In questo mese di marzo, da lunedì 18 a venerdì 22, i Vescovi delle Diocesi umbre vivranno insieme il pellegrinaggio della Visita ad Limina per incontrare il Santo Padre Francesco e i suoi più stretti collaboratori come è consuetudine ogni cinque anni. È l’occasione per tornare a raccogliere di nuovo il testimone della fede di Pietro e di Paolo così da rinnovare nella fedeltà il nostro servizio alla Chiesa di Gesù Cristo. Porteremo con noi il racconto della vita e della fede delle nostre Diocesi per condividerlo con il Vescovo di Roma, successore di Pietro, che presiede nella carità tutte le Chiese del mondo. Personalmente porterò al cuore della cristianità la bellezza e la fatica delle nostre due Diocesi sorelle di Gubbio e di Città di Castello, per rendere grazie a Dio dei tanti suoi doni di cui siamo ricchi, per invocare su di noi tutti la luce e la forza del suo Santo Spirito in vista delle scelte e dei passi che ci attendono, e infine per chiedere ancora l’unguento della sua misericordia per guarire le ferite dovute alla nostra debolezza e sanare le brutture derivanti dal nostro peccato. Vi invito ad accompagnarci con la vicinanza dell’affetto e la forza della preghiera, perché in quei giorni sappiamo davvero rendere presente al Papa il volto bello della porzione del popolo di Dio che ci è stata affidata. Da lì non mancherà la mia preghiera per voi e per le vostre famiglie!

don Luciano, vescovo

Peregrinatio Mariae, un angolo di Lourdes tra noi

La sezione UNITALSI della diocesi di Città di Castello organizza, per i giorni di martedì 26 e mercoledì 27 marzo, l’iniziativa Peregrinatio Mariae, un angolo di Lourdes tra noi.

L’invito alla preghiera

 

Un invito a partecipare con devozione e fiducia alla preghiera intorno statua della Madonna di Lourdes. Si tratta di un’occasione speciale per vivere e respirare la spiritualità di Lourdes nella propria città, un momento di riflessione e di vicinanza alla Madonna.

Due giorni insieme alla statua della Madonna di Lourdes

La comunità di prepara ad accogliere con la preghiera, la statua che arriverà nella chiesa della Madonna del Latte alle ore 16.45 di martedì. Alle ore 17.30 inizierà il Santo Rosario, alle ore 18.00 il vescovo Luciano Paolucci Bedini, celebrerà la santa messa. Dalle ore 21.00 alle 23.30, venerazione e rosario meditato.  Per la giornata di mercoledì il programma prevede alle ore 8.30 le lodi e la santa messa,  alle 9.30 la statua lascerà Città di Castello.

Il calendario della Peregrinatio Mariae

Il contemporaneo che guarda al sacro, sulle orme di Francesco. Prossimo appuntamento dell’iniziativa Pasqua tra Umbria e Toscana”

L’inaugurazione

Giovedì 28 marzo a Gubbio, presso il Museo diocesano alle ore 11.00 verrà inaugurata la mostra “Piccola collettiva d’arte sacra città di Gubbio. Il contemporaneo che guarda al sacro sulle orme di Francesco”. La mostra ha come tema centrale il rapporto tra gli artisti e la rappresentazione sacra, attraverso visioni, linguaggi ed interpretazioni.  L’esposizione presenta una selezione di diciassette artisti, diversi per formazione, età, sensibilità e spiritualità.

Una sede prestigiosa per la mostra

La mostra sarà ospitata nel suggestivo Palazzo dei Canonici, sede del Museo diocesano. Costruito nel XIII secolo e successivamente ampliato, il palazzo ospitava il Collegio dei Canonici.  Il percorso del museo consente al visitatore di ripercorrere l’origine e la storia dell’antica Diocesi eugubina. La mostra vuole esplorare le connessioni tra il contemporaneo e l’arte devozionale in un contesto particolare come quello delle celebrazioni legate a San Francesco in Umbria, esaminando come la spiritualità e la fede possano essere rappresentate e interpretate nell’arte contemporanea.

Gli artisti

Parteciperanno alla mostra, con le loro opere: Aurora Basile, Raffaella Calcagnini, Attilio Cartone, Franca D’Alfonso, Stefano Di Loreto, Raffaele Dragani Raf, Maria Teresa Eleuteri, Elisa Frigerio, Ornella Guglielmino, Silvia Lilli, Maria Margherita Martinelli, Pier Claudio Oddoni, Lucia Sanavio, Giovanni Teresi, Diego Valentinuzzi, Silvia Venuti e  Alberto Volpin.

Menzioni speciali

A tre degli artisti che parteciperanno all’esposizione verranno consegnate menzioni speciali, una per la tecnica, una per la tematica ed una alla carriera. La mostra sarà visibile al pubblico fino al 14  aprile, nei giorni e negli orari di apertura del Museo diocesano.

 

 

Turismo religioso e accoglienza, progetti e prospettive

Accoglienza, pellegrinaggi e turismo religioso sono stati gli argomenti toccati nella conferenza stampa che si è tenuta venerdì 23 febbraio alle ore 11 nella sala Santo Stefano del Palazzo Vescovile. Ne hanno parlato il vescovo di Città di Castello e Gubbio, Luciano Paolucci Bedini e Angelica Lombardo presidentessa dell’ Associazione “Le Rose di Gerico“.

I numeri dell’accoglienza

L’associazione, impegnata da anni nel settore del turismo religioso ha recentemente firmato con la Diocesi tifernate una convenzione che formalizza la collaborazione. I pellegrini dei Cammini francescani accolti nel 2023 dentro le mura della città sono stati 1.117, dei quali 258 provenienti da paesi stranieri (27 nazioni). Quelli che sono entrati nella chiesa di San Francesco per apporre il timbro e lasciare una firma, sono 2.065. La presentazione delle statistiche di accoglienza e ospitalità dei pellegrini sui cammini francescani nel territorio tifernate, è stata lo spunto per una riflessione più ampia che ha coinvolto istituzioni, associazioni e strutture ricettive. Il vescovo, commentando i dati dell’accoglienza, ha voluto sottolineare che “la presenza di due sante così importanti, santa Veronica Giuliani e santa Margherita produce spontaneamente un flusso di pellegrinaggi. Questo deve farci riflettere sulle necessità di questi gruppi e sui servizi che la città può offrire”.

800 anni dalle stimmate di San Francesco d’Assisi

Dall’incontro emerge con evidenza l’importanza di questo settore, che nei prossimi anni, segnati da cruciali appuntamenti per il turismo religioso, dovrà impegnarsi per offrire servizi, sostegno e supporto a tutti colore che vorranno vivere l’esperienza dei cammini e dei pellegrinaggi. Durante la conferenza è stato presentato il timbro del pellegrino e il materiale informativo (depliant e totem) realizzati per commemorare gli 800 anni dalle stimmate di san Francesco, che verranno messi a disposizione nella chiesa a lui dedicata. Angelica Lombardo spiega che “la stampa del materiale è stata fatta con l’intento di aiutare il pellegrino a conoscere la storia delle stimmate di san Francesco. L’obbiettivo è sempre quello di far sentire accolto il pellegrino, che tornerà in quei luoghi nei quali si è sentito a casa. Ed è questa la fondamentale differenza tra il turista e il pellegrino.”

 

Il depliant – 800 anni Stimmate san Francesco

Il timbro del Pellegrino 2024

Presentazione dei lavori di restauro nella Chiesa di San Domenico

Presentazione e prime fasi dell’intervento

Nella chiesa di San Domenico, a Città di Castello, sono iniziati i lavori di restauro di due affreschi, posti nella parete di sinistra, entrando dalla porta adiacente all’ex ospedale.Il primo raffigura “Madonna in trono con Gesù Bambino e Santi” che il Canonico Alessandro Certini nel libro “ Origini delle Chiese e dei Monasteri di Città di Castello” attribuisce al “Doceno” , ovvero Cristoforo Gherardi. Il secondo dipinto è strutturato come un trittico e nella parte centrale raffigura Santa Margherita d’Ungheria che riceve le stimmate. L’affresco è stato indicato come lavoro di scuola umbra, probabilmente eseguito entro il secondo decennio del XV secolo. Le restauratrici Rosanna Parigi e Silvia Martinelli mercoledì 28 febbraio, dalle ore 11 alle ore 12, saranno a disposizione per illustrare nel dettaglio come si svolgeranno le varie fasi.

La Soprintendenza autorizza i lavori

La Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria ha approvato il progetto redatto da Rossana Parigi, che nel 2023 aveva curato il restauro del dipinto posto in controfacciata a San Domenico:“ Madonna con Bambino”.  Dalla lettura del documento si evince un elevato degrado degli affreschi:  sono coperti da strati di polveri consistenti e depositi incoerenti, che ne rendono difficile una lettura precisa delle opere. Si percepiscono crepe, numerosi fori sparsi, percolazioni dall’alto di colore non idoneo (imbiancatura? acqua piovana?), abrasioni e cadute di colore.

Associazioni in sinergia

Il progetto di restauro, autorizzato e programmato con il Fondo Edifici di Culto (proprietario della Chiesa di San Domenico) concordato con la Diocesi di Città di Castello e la Parrocchia di Santa Maria Nova in San Domenico, è curato dall’ Associazione Chiese Storiche e reso possibile dalla fattiva collaborazione di alcune associazioni molto conosciute in città, quali: il Vespa club, il Centro Italiano Femminile (CIF) e il Circolo Culturale Luigi Angelini.

Programma della Quaresima e della Settimana santa

 

I prossimi giorni potranno essere un’occasione di preghiera profonda, di tempo dedicato alla meditazione delle Sacre Scritture, di gesti di amore gratuito. Tempo condiviso di ascolto e di
preghiera con i fratelli e le sorelle delle nostre comunità. Le occasioni e le proposte non mancano. I nostri cuori hanno bisogno di nutrimento buono, che ci faccia crescere nella  orresponsabilità per la costruzione del regno di Dio. La storia non sa che farsene di cristiani (e di comunità ecclesiali) stanchi e rassegnati, passivi e invisibili, comodamente seduti sulle abitudini e indifferenti alla realtà in cui siamo immersi. Ma sappiamo bene che solo lo Spirito di Gesù risorto può svegliarci e rianimarci da questo torpore indolente. Ecco perché abbiamo ancora bisogno del cammino della quaresima e della riscoperta della novità assoluta della Pasqua. Mi auguro che questi giorni di Diocesi di Città di Castello deserto spirituale, confortati dalla presenza amorevole di Dio, ci aiutino a ritrovare la gioia di essere discepoli del Vangelo e la gratitudine per essere parte di un così grande progetto di salvezza. Sarebbe un frutto molto bello se nelle nostre comunità, nei gruppi e nei movimenti, nelle comunità religiose e nelle piccole fraternità, nelle famiglie e tra le sorelle e i fratelli di fede, nascesse in questi giorni il desiderio di incontrarsi per pensare e progettare piccoli passi e scelte concrete ispirate al Vangelo. La prossima primavera troverebbe il terreno del giardino del Signore già pronto a germogliare e a riempire le nostre giornate di colori nuovi e nuovi profumi.

Don Luciano, vescovo