21 Novembre – 2022 GIORNATA DELLE CLAUSTRALI

Tutti noi siamo debitori della preghiera incessante dei monaci e delle monache che in ogni angolo del mondo vivono in clausura. La Chiesa invita noi a pregare per loro e invita a riflettere sul loro inestimabile valore. La scelta contemplativa non è fuga dalla realtà ma apre all’ingresso del Signore nella storia dell’uomo. Il 21 novembre, nella memoria della presentazione della Beata Vergine Maria al tempio, ricorre la Giornata Pro orantibus, o Giornata di preghiera per le Claustrali, istituita da Pio XII nel 1953. Qualche anno dopo la giornata fu fissata al 21 novembre, perché nell’offerta totale di Maria a Dio si riconosce l’ideale della vita consacrata e contemplativa. L’intenzione di papa Pio XII nell’istituire questa giornata era quella di far conoscere a tutta la Chiesa la vita contemplativa, per pregare e sostenere economicamente i monasteri delle claustrali. Forse apparirà per lo meno strano che sia necessario far conoscere alla Chiesa uno dei carismi di cui Dio l’ha dotata per il bene di tutti… ma così strano non è! Nei monasteri dei diversi Ordini presenti nel mondo, “cuore orante” delle varie Diocesi, vivono “nascoste” circa 38.000 monache. Una precisazione sul senso di questo “nascondimento”. Quando san Paolo dice “la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio”, parla della vita cristiana in generale e indica un’esistenza immersa in Lui per mezzo del battesimo e condotta nell’umile ferialità del quotidiano; un’esistenza nella quale Dio è il riferimento continuo della vita, del pensare, del sentire, del discernere e dell’agire. E non solo: una vita che irradia fuori di sè il proprio senso, la propria ragione ultima. Una vita che narra, annuncia, proclama, anche con la voce profonda del silenzio, l’amore fatto carne in Gesù di Nazaret, la sua pasqua di morte e di risurrezione. Si può capire allora quale sia il senso più vero del termine “vita nascosta” riferito alla vita contemplativa: essa semplicemente esplicita, in maniera totalizzante, la più profonda dimensione di appartenenza a Cristo alla quale ciascuno è chiamato, e resta lì, al cuore di ogni Diocesi, come memoria di ciò che riguarda tutti i battezzati. E vuol mettere ciascuno in movimento, inquietare il cuore di ciascuno e svegliarlo dal sonno, per affascinarlo di Vangelo… come il lievito nascosto nella pasta che la fa fermentare tutta. Ma come fare, concretamente, a lasciarsi “lievitare di Vangelo”? Fidandosi della Parola che ci strappa al nostro sonno, fidandoci della storia che Dio sta facendo con noi, fidandoci del suo amore! In una sua lettera pastorale (Sto alla porta, 1992), il cardinal Martini parlava dell’eccedenza della carità e lo faceva in termini che possono adattarsi bene anche a noi: Il discepolo del Vangelo è pure chiamato a […] saper manifestare l’eccedenza della carità evangelica, la sua forza escatologica e non solo la sua dimensione storico-sociale. È solo l’amore di Dio, che ci dà la forza di ribellarci alla logica imperante che ci vuole tutti appiattiti sul presente, che ci fa guardare oltre gli spazi angusti dell’io del quale siamo prigionieri, che ci strappa dalla ricerca del benessere personale come fosse il culmine della felicità… Ci dà la forza e il gusto di ribellarci per non farci rubare la libertà e la speranza che Cristo ci ha conquistato e partecipato! Inizio della libertà è non difenderci dall’amore smisurato che Dio nutre per noi. Libertà in atto è rispondervi mettendolo al centro della vita e lasciarci portare lì dove vorrà. Ecco quindi cosa si nasconde dietro la Giornata di preghiera per le Claustrali: la memoria che c’è un oltre che ha il potere di strapparci a noi stessi, che ci invita a perdere noi stessi per amore, che ci fa sentire legati al destino di ogni uomo e che ci fa collaborare, pur poveramente e umilmente, alla pienezza della sua felicità. Che è sempre e solo in Dio.