Saluto alla Città, inizio del ministero pastorale nella Diocesi di Città di Castello

“Il mio primo pensiero è di ringraziamento per l’accoglienza attenta e cordiale che mi è stata riservata e per la quale già’ mi sento parte di questa comunità tifernate. Oggi ricevo, per le mani del mio predecessore Mons. Domenico Cancian, una preziosa eredità che mi auguro di saper custodire con prudenza e sapienza, e che comprende anche una esemplare esperienza di vicinanza e di collaborazione tra la Diocesi e le istituzioni locali, ciascuno per la sua parte di competenza e insieme per l’unico bene comune a tutti i cittadini. Mi inserisco volentieri, e con personale coinvolgimento, in questa positiva condivisione di responsabilità. Questo meraviglioso territorio, che ho potuto assaporare passo passo nei giorni del mio pellegrinaggio, scenario di una storia ricca e virtuosa, ha visto crescere la vicenda ecclesiale in stretta connessione con quella civile, maturandone la coscienza di una feconda sinergia a favore di questo popolo e di queste comunità. L’attualità che stiamo attraversando ci indica la necessità di intensificare ancor più questo camminare insieme nello stile del servizio e nell’attenzione premurosa verso chi più fatica e rischia di rimanere ai margini. Da parte mia vi assicuro la mia presenza e la mia disponibilità per conoscere e affrontare insieme le questioni che riguardano il bene e la dignità della nostra gente, nel rispetto degli ambiti peculiari di ciascuna istituzione, ma nella decisa volontà’ di non lasciare nessuno da solo o indietro. La Chiesa è serva di ogni donna e di ogni uomo che incontra e non teme di chinarsi sulle ferite che la storia infligge all’umanità. Non mancherà dunque, da parte mia e dell’intera comunità diocesana, la benedizione e il sostegno per coloro che, nel rispetto delle regole democratiche, svolgono un prezioso ed indispensabile servizio a beneficio del bene comune e nella responsabilità della cosa pubblica. Grazie ancora per la vostra accoglienza e l’augurio più sincero per il cammino che ci attende!” Luciano Paolucci Bedini